Pepenero Pepebianco

Il Ristorante Pepenero Pepebianco è stato aperto a Trieste nel settembre del 2008. “Propone una cucina che, pur mantenendo i legami con la tradizione, vuole giocare un po’, utilizzando anche le tecniche più attuali, sempre nel rispetto delle materie prime. A voi giudicare se siamo riusciti a vincere questa sfida”.

Così si legge sul sito internet e anche noi della Commanderie dei Cordons Bleu di Trieste abbiamo voluto verificare se la sfida di Michele Grandi poteva considerarsi vinta.

I credits del resto c’erano tutti, a partire dalla collaborazione con Alma, la scuola internazionale di cucina di Gualtiero Marchesi, ma anche i tanti commenti positivi di persone che finalmente (parole loro) hanno trovato a Trieste una cucina di alto livello. L’approccio è stato subito cordiale: lo chef patron Michele Grandi e lo chef de cuisine Andrea Levratto hanno risposto con pazienza e piacere alle tante domande, svelando e condividendo i segreti di cucina con gli ospiti più curiosi.

Abbiamo apprezzato la particolare attenzione rivolta all’accoglienza dell’ospite e la cura della tavola con una presentazione dei piatti seducente e innovativa. Altro punto a favore il pane e la pasta fatti in casa, o meglio in cucina direttamente da loro. “All’inizio era solo una passione” ci ha spiegato Grandi, poi quando le circostanze della vita lo hanno reso possibile, dopo studi di agraria, esperienze imprenditoriali in giro per il mondo, ecco la decisione di realizzare il suo sogno.

Ha conseguito il diploma di Maestro di Cucina italiana presso l’ALMA di Colorno, la prestigiosa scuola il cui Rettore è Gualtiero Marchesi, ha poi lavorato e fatto esperienza in cucine di grandi alberghi e di importanti ristoranti stellati. Infine la decisione di tornare a Trieste e di aprire Pepenero Pepebianco, il suo primo ristorante. I piatti in menu (erano i primi giorni di maggio e convivevano gli ultimi carciofi perfetti in tutte e tre le versioni, con tocchi invernali come il bollito insieme a una vellutata di piselli freschi) sono stati tutti di alto livello (qualcuno ha eccepito solo sulla consistenza di un amuse bouche di frullato di carote).

Hanno colpito in particolare la delicatezza della terrina di foie gras (lo chef Levratto ne ha spiegato in dettaglio i segreti) e il brodo in tazza limpido e perfetto al palato (era uno degli elementi del bollito scomposto). Impagabile il contrasto anche cromatico oltre che di gusto del tortello di gorgonzola con il verde brillante della vellutata di piselli. Notevole la selezione di etichette della cantina.

Pepenero Pepebianco, Via Rittmeyer 14/a, Trieste chiuso: domenica e lunedì.

www.pepeneropepebianco.com

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