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Conoscete l'isola delle rose a Venezia?

 

Dopolavoro all'Isola delle RoseDopolavoro all'Isola delle Rose

Il Ristorante Dopolavoro Dining Room del JW Marriott Venice Resort & Spa, un hotel a 5 stelle completamente ristrutturato dall’architetto Matteo Thun nel 2015, è circondato da ampi e lussureggianti giardini e vanta perfino  un'isola privata, l'Isola delle Rose (Sacca Sessola), la più giovane delle isole veneziane, creata artificialmente nel 1870. Da Piazzale Roma, sul taxi acqueo trascorro una ventina di minuti a guardare la laguna coperta da un fitto mantello di densa nebbia e poi tutto cambia. Alzo gli occhi e mi perdo davanti a una visione a dir poco mozzafiato: l'Isola delle Rose è infatti un patrimonio naturalistico e architettonico unico a Venezia. Ad aspettarmi c'è Simone Celeghin, che con fare gentile mi ha fatto subito sentire una principessa.

La visita ai giardini. La posizione dell'isola, a metà strada tra la laguna e il mare, le ha regalato un microclima speciale che ha dato vita a un patrimonio vegetale straordinario. Prima dell'aperitivo visita alla SPA con vista laguna, alle villas, alla chiesetta sconsacrata e infine agli ulivi, da cui il Resort estrae il primo e unico olio di oliva della città.

DopolavoroDopolavoro

Al Rose Lounge Bar, il barman mi delizia con un Negroni da capogiro. Prima della cena mi perdo tra le sale dell'hotel, magnifiche. Grande rilievo è stato dato all’artigianato locale e l'arredamento dai colori pastello rende l'ambiente caldo ed elegante. Manca poco all’ora di cena, e la mia curiosità non smette di crescere. Non so nulla del menù perché, ancora una volta..."ci pensiamo noi", aveva detto Simone. Mi piace l’idea di una cucina che si basa su due semplici capisaldi: valorizzazione dei prodotti locali (attingendo direttamente dall’orto situato proprio dietro al ristorante) e riscoperta delle ricette della tradizione veneziana. Connubio perfetto direi.

Alla guida del Dopolavoro dining room è stato chiamato Giancarlo Perbellini, che ha scelto Federico Belluco come chef de cuisine.  La mission di tutto il team: porsi come riferimento nel panorama ristorativo veneziano, per il cliente straniero e per quello italiano.

Dopolavoro lo chefDopolavoro lo chef

Il Dopolavoro Dining Room. Lasciato l’hotel alle nostre spalle, raggiungiamo il Dopolavoro Dining Room con una golf car. Immersa tra vigneti, orti, palme e ulivi, ecco la struttura originale di un edificio nato nel 1936. Prima di sedermi a tavola, mi attende l’aperitivo al bancone, posizionato proprio all’ingresso del locale. Per accompagnare i piccoli assaggi, Simone, che è anche l’head sommelier, mi fa assaggiare “due spumanti rigorosamente italiani”, sottolinea scherzosamente. Ingredienti selezionati e abbinamenti ricercati, seguono il ritmo delle stagione e la creatività dello Chef. Era impossibile non assaggiare tutto, pur conscia dell’imminente cena e della regola di non esagerare all’aperitivo.

Mi fanno accomodare al tavolo e, aspettando di cominciare il percorso pensato per me, osservo la sala. Interni dal design sofisticato e contemporaneo, che rispecchiano la tradizione artigianale veneziana. Raffinatissimo. E poi vedo avvicinarsi il benvenuto dello chef e uno dopo l’altro gli altri piatti, tutti accompagnati da un vino scelto appositamente per l’occasione.

Sono davvero grata di essere stata vostra ospite, mi avete aperto la porta di casa come se mi conosceste da tempo, mi avete deliziata e soprattutto mi avete fatto sentire unica.

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