Gli Chef.

Isis Paschini-Linussio commemora Gianni Cosetti con un Concorso

 

Gianni Cosetti con carretto dei prodotti tipici davanti al "Roma"Gianni Cosetti con carretto dei prodotti tipici davanti al "Roma"Si svolgerà sulle tracce di Gianni Cosetti la gara fra gli studenti dell’Istituto professionale dei Servizi per l’Enogastronomia e l’Ospitalità alberghiera Paschini Linussio di Tolmezzo, in programma il 28 aprile. Nel ventesimo anniversario della morte viene ricordato anche con un Concorso riservato agli studenti delle Classi Terze e Quarte degli Indirizzi “Servizi Sala e Vendita”, “Enogastronomia” e “Prodotti dolciari e industriali”. Il concorso si svolgerà nel Laboratorio di enogastronomia che gli è dedicato

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Nuvola di pizza in pala by Johnny Take Uè

L'insegna del locale L'insegna del locale #nuoveaperture. Johnny Take Uè riformula la classica proposta della pizza in pala. Il nuovo format “Pizza in pala, focaccia & pane” è stato inaugurato il 4 febbraio scorso in Via Nazionale Appia, 172 a Casagiove, in provincia di Caserta. “L’obiettivo è unire qualità, healthy, innovazione e gusto. La nostra proposta variegata è rappresentata dalla pizza in pala, dalle focacce e dal pane cotto al momento con ingredienti di altissima qualità. Una serie speciale di impasti che vanno dall’integrale ai cereali, dai grani antichi alle farine tradizionali, fino all’esclusiva curcuma e zenzero da combinare con i migliori ingredienti selezionati nel territorio” spiegano Giovanni Kahn della Corte, patron di Johnny Take Uè, e Francesco Esposito, co-fondatore del format dedicato alla pizza in pala.
pizza in palapizza in pala
Punto di forza è la nuvola di pizza con 48 ore di prefermentazione in biga con lievito naturale e l’80% di idratazione: il risultato è un prodotto leggero e croccante. Ed è possibile ordinarla con impasto tradizionale, ai grani antichi oppure integrale. Sopra ci si può sbizzarrire scegliendo il proprio gusto oppure affidarsi alla proposta in menù che prevede accanto alle classiche margherita e marinara anche quella ai funghi, alla zucca, al pesto, e ancora quelle con prodotti dell’orto o la “oro verde” con mortadella e pesto di pistacchio. Per i più golosi c’è anche il formato large con una nuvola di pizza di formato 58 x 18 centimetri. Altra base può essere la focaccia anche multicereali o curcuma e zenzero servita in tre varianti: terra, mare e veggy. Completano la proposta una linea per la colazione e centrifughe con frutta fresca. Da segnalare la partnership con Grom, leader della gelateria di alta qualità. 

uno scorcio del localeuno scorcio del localeAtmosfere accoglienti e mood originali creano lo spazio ideale per gustare la pizza in un contenitore nel segno del design tra il jungle e il vintage. 


Francesco Esposito e Giovanni Kahn della CorteFrancesco Esposito e Giovanni Kahn della Corte

Il format si svilupperà con 20 aperture nei prossimi 2 anni: in programma a Torino a marzo e Napoli in via Bracco all’interno di quello che sarà il Museo della Tradizione Enogastronomica. “Pizza in pala, focaccia & pane” va ad arricchire il gruppo Johnny già presente con Pizzeria e Cucina di eccellenza, Apecar e Cicloofficina.

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Stellato. Super box per delivery di alta gamma

stellato capesantestellato capesanteSTELLATO è l’avventura che unisce Simone Sabaini, imprenditore del cioccolato di Modica a, e Stefano Ciotti, chef stellato del ristorante Nostrano di Pesaro. Venerdì 12 febbraio 2012 è la data ufficiale di debutto di questa startup gourmet.

stellato cappellettistellato cappellettiUn’attività studiata per offrire un’esperienza di delivery coerente con una ristorazione di altissimo livello. Che arriva in tutta Italia. #STELLATO consegna a casa piatti quasi pronti che il cliente deve solo finire, con pochi e semplici passaggi, che vengono spiegati in maniera altrettanto semplice. Si tratta di un’esperienza attiva: non si guardano dei concorrenti ai fornelli ma si ascoltano “gli aiuti da casa” dello chef che spiega quali sono i pochi gesti da fare per portare in tavola i  piatti.  

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L'ultimo e il primo. Agli Amici si fa in due

Emanuele e Michela Scarello Ph Dean DubokovicEmanuele e Michela Scarello Ph Dean DubokovicUltimo menù del 2020  e primo brunch del 2021! Ce li propongono Emanuele e Manuela Scarello con lo staff. 

La cena classica elegante e identitaria; il brunch ricco e goloso per la gioia delle papille sedotte dal giusto mix  fra dolce e salato. 

rosa di Goriziarosa di Gorizia

La cena.

Un cocktail intramontabile da accompagnare agli snack “quasi” classici. Americano cocktail con: taco, tartare di branzino e salsa americana, chips di patate di Godia e salsa al curry, olive liquide,  barretta di noccioline salate.

A tavola

Pane a lievito madre- Rosa di Gorizia con gamberi, guanciale e vinaigrette al passion fruit- Agnolotti di polenta affumicata e soffice fonduta di formaggi d’alpeggio al tartufo bianco
Vitello al rosa, tataki di tonno pinna gialla e salsa tonnata- Mousse di cioccolato- Zampone e lenticchie € 80 a persona

Un menù da mettere in tavola con pochi passaggi ben spiegati. Tutti gli ingredienti arrivano, come sempre, dalla nostra selezionata filiera e con la facilità di una mise en place che prevede pochi semplici passaggi”, precisa Michela Scarello.
“Il brunch è nato pensando alla vacanza: un colazione ricca, internazionale, con il tocco local del mini frico di patate” racconta ancora Michela Scarello. Una ricca esperienza da gustare con tranquillità, proprio come se si fosse in vacanza, con piatti già pronti da gustare o da intiepidire appena nel forno a microonde".

Il brunch Ph Dean DubokovicIl brunch Ph Dean Dubokovic 

Il Brunch.

Prima colazione generosa e piena di sapore.

Trota affumicata in casa e pane nero
Blinis, pannacotta allo yuzu e caviale (g.10)
Mini frico di patate
Mini frittata al prosciutto di maialino cotto e affumicato da noi
Valeriana, pollo e salsa Caesar’s
Torta di mele e nociPronti da mangiare così o appena intiepiditi al forno o al microonde.

€ 60 a persona

Cena + Brunch € 125 a persona

 

 

info e prenotazioni

T. 0432565411 / Mob. 3770851103

 

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Burger revolution a Roma

burger revolution paniniburger revolution panini

BURGER REVOLUTION: dal 7 al 13 dicembre2020 lo chef Andrea Palmieri di Bucavino, lo chef Riccardo Loreni  di Cuoco e Camicia e lo chef Valerio Mattaccini di Treefolk’s Public House rivoluzioneranno i loro menu con dei burger special edition da consumare al ristorante o da portare via. L’intento è quello di offrire un pasto veloce e godereccio da assaporare durante il lavoro da casa o al ristorante. Una pausa che vedrà protagonista il Burger con tante specialità dalle più tradizionali alla più originali, tutte imperdibili. Ogni chef interpreterà il burger secondo la propria filosofia e il proprio stile, dando vita a una proposta da degustare nell’arco di una settimana.

LE PROPOSTE BURGER REVOLUTION

burger revolution Andrea Palmieriburger revolution Andrea Palmieri

Bucavino -Lo chef Andrea Palmieri in linea con il suo ultimo menù ispirato al ritrovamento del ricettario della nonna e ai suoi viaggi negli Stati Uniti, ha ideato 4 proposte tutte comprensive di bucce di patatine fritte, salse e maionese homemade. Dedicato a uno dei piatti tipici della cucina romana è il Carbonara forever il panino con hamburger di manzo, salsa carbonara, cialda di parmigiano, guanciale croccante, lattuga, pomodoro bruscato; è un omaggio ai nonni la brioche ai cereali W i nonni con petto di vitello alla fornara, maionese in salsa verde e melanzana affumicata. Ispirato sempre alla romanità è il panino Festa a Leonessa con maialino al forno, puntarelle, maionese alla romana, mentre si fa un salto negli States con il Viaggio a Carmel imbottito con buttermilk fried chicken, maionese al miele, pancetta croccante, insalata iceberg e pomodoro.

Bucavino - Via Po 45/A, Roma; Telefono: 068412803, email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

burger revolution Riccardo Loreniburger revolution Riccardo Loreni

Cuoco e Camicia – Sono quattro le proposte create dallo chef Riccardo Loreni di Cuoco e Camicia, hamburger che vanno dai gusti più classici a quelli più sfiziosi con patatine annesse.
Per i più tradizionalisti ecco il Burger Classico con manzo brado, bacon, pecorino semi stagionato, pomodoro, lattuga e salsa bbq; per chi vuole concedersi un peccato di gola perfetto è il Golosone ripieno con pancia di maiale bbq, pimenton, salsa di cachi e jalapeno, verdure di campo ripassate, pomodori arrosto e senape. Completano l’offerta il Marinaro con salmone marinato, salsa di alici, puntarelle, lattuga alla brace, burro ai capperi e il Vegetariano ripieno di ceci e cicoria, stracchino, lattughino, pomodori secchi e salsa tahina.

Cuoco e Camicia - Via di Monte Polacco, 2/4, Roma; Telefono: 06-88922987, email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

burger revolution Valerio Mattacciniburger revolution Valerio Mattaccini

Treefolk’s Public House – In linea con il concept del ristorante sono le proposte dello chef Valerio Mattaccini che strizzano l’occhio al mondo britannico, come il Burger di guancia di cinghiale con mostarda di mele, insalata riccia e spinacini e il Burger di marango con scamorza affumicata, speck d’anatra, insalata, porro caramellato e senape in grani al miele.
Doppia anche la proposta di pesce che spazia dal Burger di Polpo con broccolo siciliano, french dressing, olive taggiasche, insalata, pomodoro al Burger di Gambero Rosso ripieno di gambero rosso saltato, stracciato, asparagi, aglio nero fermentato. Tutti i burger sono comprensivi anche di patatine fritte.

Treefoolk’s Public House, viale Trastevere, 192 - Roma; Telefono:0687656024, email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

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Bruno Barbieri presenta la capasanta con salsa di melanzane

Chef Barbieri firma un menù di pesce per Moulinex Companion XL. Il viaggio culinario  ha inizio inizia con un antipasto che racconta l’incontro della capasanta, elegante e delicata, con una salsa di melanzane.

 Capasanta croccanteCapasanta croccante

Capasanta con Salsa di melanzane arrostite all'aglio origano e parmigiano 

 

Ingredienti


2 noci di capesante
20 cl olio evo
q.b. sale
pepe

Procedimento


Asciugare bene le capesante.

Inserire il tappo sul fondo del recipiente, senza il blocco lame, versare l’olio evo e impostare 150 °C.

Rosolare le capesante su entrambi i lati per 15 secondi per lato, salare, pepare e tenere da parte.

 Capasanta con CompanionCapasanta con Companion

 

 Salsa di melanzane Ingredienti

2 melanzane
1 spicchio di aglio
2 g origano secco
20 cl olio evo
2 foglie di menta
q.b. parmigiano reggiano

 

Procedimento

 

Inserire nel recipiente del Companion il tappo, senza il blocco lame.

Lavare e mondare le melanzane, poi tagliarle a cubettoni da 4 cm.

Versare e preriscaldare l’olio nel Companion impostando 150 °C, inserire l’aglio in camicia e le melanzane.

Farle rosolare bene per circa 30 secondi a lato, salare, pepare, condire con origano e mettere il tutto a parte in un recipiente.

Lavare il recipiente del Companion, inserire la lama Ultrablade, avviare il programma Slow Cook P1 a 130 °C, inserire il composto con le melanzane tostate fino a creare una purea.

Aggiungere le due foglioline di menta, allungare  con brodo vegetale caldo a piccole dosi fino a ottenere la consistenza di una crema inglese.

Al termine del programma di cottura, aggiustare di gusto e tenere da parte.

 

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Fare un fondo con la salsa di melanzane, grattugiare poco parmigiano sulla salsa con l’aiuto di una grattugia a zeste, infine disporre le capesante rosolate al centro.

 

Nei prossimi giorni pubblicheremo gli altri piatti del menù. 

Il primo piatto rende protagonista lo spiedino di gamberi servito insieme a una panissa, splendido piatto della tradizione ligure.

Il secondo propone la triglia arrostita con una crema di minestrone e barbecue di porri.

A chiudere un dolce delicato e armonioso, un fantastico soufflé all’arancia amara con uno zabaione al rosolio.

 

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Enrico Bartolini lo chef italiano più stellato del mondo

Mudec scorcio interniMudec scorcio interni

Enrico Bartolini. Lo chef italiano più stellato del mondo. La Guida Michelin 2021 ha sancito con un'ulteriore stella la supremazia dello chef del Mudec nel mondo della ristorazione in Italia. 
Ero andata a intervistarlo qualche mese fa per qbquantobasta proprio al Mudec (via Tortona 56, Milano, nel cuore del design district). Di seguito la mia intervista. 

qbquantobasta ottobre 2020 qbquantobasta ottobre 2020

Nato in provincia di Pistoia nel 1979, Enrico Bartolini ha conquistato la prima stella più di dieci anni fa, quando guidava Le Robinie in Oltrepò Pavese, ed è stato l’unico nella storia della “Rossa” a conquistare quattro Stelle in una sola edizione, quella del 2016. Nel suo percorso professionale meritano una menzione anche il Devero Ristorante e il Dodici24 Quick Restaurant a Cavenago Brianza, dove nel 2010, ad appena 33 anni, lo chef si guadagna la seconda stella Michelin e arricchisce il suo palmarès con le Tre Forchette del Gambero Rosso e i Tre Cappelli de
l’Espresso. Nel 2016 a Milano apre il “Ristorante Enrico Bartolini” al terzo piano del MUDEC, Museo delle Culture. In quello stesso anno inaugura il “Casual Ristorante” a Bergamo e prende in gestione i ristoranti “La Villa” e la “Trattoria Toscana”, rinominata “La Trattoria Enrico Bartolini”, dell’esclusivo resort “L’Andana”, a Castiglione della Pescaia, nel cuore della Maremma. Fino ad approdare a Venezia, dove dà vita al “Ristorante Glam”, nuova ed esclusiva meta gourmet della Serenissima. All’interno del Relais Sant’Uffizio a Cioccaro di Penango (Asti), ex convento del XVI
secolo, la Locanda del Sant’Uffizio un'altra sfida imprenditoriale di Enrico Bartolini. L'ultima stella - per ora - la conquista con Il Poggio Rosso nel Chianti. 

"L'amore per la vita è anche voglia di mangiarla"

 

 

             Leggi anche Una nuova stella brilla nel firmamento di Enrico Bartolini

Enrico BartoliniEnrico Bartolini

 

Quando ti sei accorto di voler fare il cuoco?

Sinceramente non saprei rispondere a questa domanda perché da piccolo ero molto attaccato al lavoro che faceva mio papà, il calzolaio. Poi però mi sono reso conto che il mettere insieme degli ingredienti per fare per esempio una crêpe, mi dava soddisfazione e sentivo che potevo farlo bene. Mi sono iscritto alla scuola alberghiera pieno di dubbi: non sapevo se avrei potuto farcela. Solo negli anni ho capito che la più grande gratificazione ce l’hai solo con il successo qualitativo di quello che tocchi, il che non vuol dire che venga apprezzato per forza o che renda del denaro. Perciò se lo fai con il cuore, poi le altre cose succedono da sole. Con il tempo ho compreso che mi piaceva essere accettato dagli ingredienti come manipolatore e dalle persone che avevo intorno come responsabile.

Poi ho iniziato a lavorare e mi sono reso conto che più sei autorevole e più sei comprensivo, più dai energia e fiducia agli altri e più ricevi una performance qualitativa. Ho anche capito che non essere individualisti aiuta a fare un gruppo di lavoro più stimolante a fronte degli obiettivi prefissati e che se uno per un’ora fa riposo non è uno scansafatiche, ma una persona che si è riposata per rendere meglio.

C’è stato un momento di svolta nella tua carriera?

Forse mi sono reso conto davvero di cosa volesse dire fare questo mestiere durante la mia esperienza a Parigi. Fino ad allora pretendevo l’organizzazione della brigata ed ero motivato solo se vedevo intorno a me venti persone che pedalavano dure a testa bassa rinunciando alla vita. La cucina non è così, dev’esserci disciplina, ma ci sono anche il sorriso, l’educazione, l’amore per quello che si fa. A Parigi con tanti ristoranti in un posizionamento di lusso mi veniva automatico guardare all’Italia che in quel momento, siamo nel 1999, non aveva tanti posti stellati. Ero affascinato da Parigi, volevo starci, ma a un certo punto mi ha preso la malinconia, ero troppo giovane per consolidare una carriera da responsabile in una città in cui c’erano tanti “mostri” della ristorazione. Per questo e per altri motivi, sono rientrato e ho ricominciato il mio percorso andando da Alajmo. Anche se ero performante, in quel momento non avevo una guida e mi sentivo perso. Dopo tre anni mi ha cercato Coppola per aprire un ristorante nel suo bellissimo chalet in Oltrepò Pavese e ho aperto Le Robinie a 25 anni.

Dove cerchi la tua ispirazione quando crei un nuovo piatto?

Non la cerco. Io credo che il ristorante sia fatto di un percorso culturale ed emotivo e questo penso valga per tutti. Alcuni ristoranti riescono grazie alla perfezione dell’esecuzione sfiorata, perché non è mai totale, a generare un’atmosfera attraverso la quale è più facile condurre delle idee. Ma potrei dire anche il contrario.

Ti dedichi ancora alla scoperta di prodotti come facevi in Oltrepò?

Il tempo è poco, ma io voglio sapere ed essere certo che le cose che arrivano qui sono il frutto di una cultura che merita rispetto. Essere vicino ai contadini è importantissimo. In questo momento mi affido a una persona che seleziona per noi gli ingredienti e riesce ad avere una relazione con tanti piccoli produttori in varie zone d’Italia. È un fornitore con un’immensa sensibilità di palato.
Cosa diresti a un Enrico di vent’anni?
Probabilmente ripeterei le cose che mi hanno detto le persone che mi hanno dato più stimoli. Io ho faticato ad avere delle guide, poi ho imparato ad averle e sono riuscito a fidarmi perché avevano molta più esperienza di me. È una condivisione di esperienze. A esempio, un amico mi ha guidato verso i sapori di alcuni piatti di grandi chef di cui lui era stato cliente. Lui
mi ha insegnato l’importanza della piacevolezza che si deve dare a chi viene a trovarci e quindi ho capito che bisogna sempre cucinare per gli altri e non solo per se stessi.

Quali scelte, secondo te, hanno contribuito al conseguimento della terza stella? (nella Guida 2020 n.d.a. confermata nel 2021). 

Beh, penso all’investimento fatto sulla sala e al raggiungimento dell’equilibrio della proposta in cucina. L’ultimo passo sono state le porcellane. Sembra assurdo, ma quando ho cambiato i piatti improvvisamente i miei occhi hanno individuato una linearità di stile che parte dalla cucina e arriva alla sala. Ci siamo arrivati piano piano. E poi sicuramente la tenacia nello
specializzarsi sugli ingredienti perché quando si aumentano i volumi la freschezza delle cose rischia di venire trascurata.

Sarde in saor Sarde in saor

Ci sono alcuni piatti a cui sei particolarmente affezionato?

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Una nuova stella brilla nel firmamento di Enrico Bartolini

Juan Quintero con Enrico BartoliniJuan Quintero con Enrico BartoliniNuova stella per Enrico Bartolini. La Guida Michelin 2021 assegna la Stella a Il Poggio Rosso il ristorante guidato da Juan Quintero nel cuore del Chianti. Con l’assegnazione della stella al ristorante gourmet di Borgo San Felice (il Relais & Chateaux a cinque stelle del gruppo Allianz in località Castelnuovo Berardenga in provincia di Siena ) condotto  dal giovane chef Juan Quintero, sale a nove il totale di stelle per Enrico Bartolini che non solo si conferma il cuoco più stellato d’Italia, ma conquista – primo italiano – anche la quarta posizione nella classifica mondiale dopo Alain Ducasse, Pierre Gagnaire (a cui nel 1999 un giovanissimo Bartolini, mentre lavorava a Parigi, deve la sua prima, folgorante esperienza da cliente di un ristorante tre stelle Michelin) e Martín Berasategui. La nuova stella si somma alle altre otto che vengono così confermate anche a Bergamo Alta e a Castiglione della Pescaia dove quest’anno ci sono stati due avvicendamenti per quanto concerne la guida della cucina.

Ristorante Il Poggio Rosso Relais & Chateaux Borgo San Felice Ristorante Il Poggio Rosso Relais & Chateaux Borgo San Felice

 “È una gratificazione enorme – commenta Bartolini – voglio ringraziare in primo luogo Michelin, quindi Juan Quintero e tutto il suo team di cucina e di sala. Ma anche Danilo Guerrini, che guida Borgo San Felice con passione e grande impegno e naturalmente il gruppo Allianz per aver creduto in noi.”

Juan Quintero viene scelto nel marzo 2019 da Bartolini insieme al management di San Felice come Executive Chef del prestigioso Relais & Chateaux toscano. Colombiano, classe 1989, approda a Borgo San Felice dopo significative esperienze in ristoranti di prestigio sia in Italia sia all’estero, come l’Osteria Francescana a Modena e Arzak a San Sebastian (in Spagna). La sua cucina si basa sulla valorizzazione della tradizione toscana e degli ingredienti del territorio, ma con una “rilettura” cosmopolita che ne esalta la naturalezza e coniuga sapori e profumi con capacità tecnica, creatività ed esperienza internazionale. Tra i suoi piatti più celebri  il “Panforte Quintero”, rivisitazione in chiave salata del tradizionale panforte senese, e il “Riso del Chianti: Cinghiale, Olive e Cipressi” dal particolare profumo ricavato dalle pigne dei cipressi di Borgo San Felice.

Riso del Chianti: cinghiale olivo e cipressiRiso del Chianti: cinghiale olivo e cipressi

“Ogni ristorante è in luogo speciale che si caratterizza per le persone che lo abitano, continua Bartolini. “Venezia ha una storia e delle peculiarità che la rendono diversa dal Chianti, dalla Maremma, dal Monferrato, da Bergamo Alta e da Milano. Ciò che cerchiamo di fare in ogni ristorante è una cucina che sia anzitutto buona, ma anche contemporanea e contestualizzata, mantenendoci fedeli ai territori e cercando di lasciar esprimere le personalità dei vari chef resident.”  bottoni di cavolo nero e curry giallo bottoni di cavolo nero e curry giallo

 

I ristoranti stellati firmati Enrico Bartolini esprimono e incarnano una precisa filosofia, un metodo di pensiero e di lavoro che si fonda sulla valorizzazione del territorio, della biodiversità e del talento delle persone. 

 

"Determinanti sono il lavoro di squadra e l’insieme di attenzioni che dedichiamo all’ospite affinché possa vivere un’esperienza di piacere. Abbiamo applicato questo pensiero a tutti i nostri ristoranti, cercando di trasmettere in ognuno di essi la nostra visione di ristorazione: con il lavoro, l’equilibrio e la passione arrivano’anche le Stelle. Brindo quindi a Juan Quintero per questo nuovo successo, ma anche a Donato Ascani del Glam, a Gabriele Boffa al Sant’Uffizio e ai due nuovi chef che sono entrati nella nostra squadra in questo anno particolarmente impegnativo: Bruno Cossio a La Trattoria de L’Andana e Marco Galtarossa al Casual di Bergamo Alta.”

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Ciro di Maio, pizza con le orecchie a Brescia

 

Ciro di Maio del Pasta Madre di Brescia Ciro di Maio del Pasta Madre di Brescia Frattamaggiore è un comune del Napoletano di circa trentamila abitanti, più noto forse alle pagine di cronca giudiziaria che alle pagine di enogastronomia. Qui nel 1990 nasce Ciro Di Maio. Mamma casalinga, babbo che fa lavoretti saltuari, sorelle che si portano a casa il lavoro da calzolaie per pagare le bollette. Ciro si iscrive all’Alberghiero, ma a 18 anni lascia gli studi e inizia a lavorare. Nel 2015 la svolta. Trova quasi per caso un lavoretto a Brescia da pizzaiolo per la catena “Rossopomodoro”, che ha aperto uno spazio a ridosso del multisala cittadino, a due minuti dal casello autostradale. È l’inizio di un’avventura che non poteva immaginare. La catena decide di lasciare la gestione in mano a sei soci, tra di loro c’è anche Ciro, che si era distinto tra tutti per il suo impegno. A poco a poco compera le quote degli altri, aiutato anche da un manager che di nome fa Eugenio, come il padre. E riesce poi ad assumere nuovamente tutti i colleghi di lavoro che rischiavano di rimanere a casa.

Così è nata  “Pizza Madre”, il suo locale a Brescia che oggi dà lavoro a una quindicina di persone ed è noto per la veracità delle sue pizze, ma anche per il suo menù alla carta dove non manca mai la fritturina napoletana.  “Ci amano perché rappresentiamo la tradizione napoletana della buona cucina”, dice Ciro. In menù ha la pizza verace, ma anche il “battilocchio”, la pizza fatta da un impasto fritto nell’olio bollente e subito servito avvolto in carta paglia. “Utilizziamo ingredienti semplici, ma tutti freschi e selezionati. Anche per questo abbiamo ottenuto la fiducia di alcuni calciatori del Brescia Calcio, che mi chiedono dopo le partite o in certe occasioni speciali di cucinare per loro”. 

Il passaparola è la miglior arma, si sa. L'altra sono sicuramente i prodotti: Olio extra vergine Dop, Mozzarella di Bufala Campana dop, pomodorino del Piennolo, Ricotta di Bufala omogeneizzata e Porchetta di Ariccia Igp. Alla fine, però, l’elemento premiante è sempre la pasta. “Scegliamo quotidianamente il livello esatto di idratazione, in base all’umidità di giornata”, spiega. “Ne esce un impasto molto lievitato, morbido, idratato. Seguiamo la tradizione anche nelle forme. Non mi piacciono le pizze rotonde e realizzate come fossero un programma di un computer. Le pizze devono avere le orecchie e se c’è più pomodoro da una parte è perché usiamo pomodori veri, non salsine che si spalmano omogeneamente. Siamo veraci:  anche le nostre pizze devono esserlo”.

Pizza Madre, Via Sorbanella, 14, Brescia BS
Telefono: 030 353 4570

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Re Santi e Leoni: menù autunnale

antipasto con gamberi porcini maggiorana e nocciole ph. Alessandra Farinelliantipasto con gamberi porcini maggiorana e nocciole ph. Alessandra FarinelliOttobre, il ristorante Re Santi e Leoni di Nola presenta il nuovo menù autunnale: tradizione, equilibrio e stagionalità sono gli elementi chiave della nuova proposta gastronomica del resident chef Luigi Salomone, scelto dall’imprenditore Lucio Giordano per guidare la cucina del nuovo ristorante, che prende il nome dai tre figli del proprietario: Ferdinando (RE) Agostino (SANTI) e Leone (LEONI):

Tutti i piatti di Luigi Salomone sono composti da un massimo di quattro ingredienti, perché ogni elemento deve essere riconoscibile al primo assaggio e il piatto rappresenta di conseguenza un concetto nitido in cui non manca mai un tocco di acidità. 

 

Un antipasto. Gamberi, porcini ,maggiorana e nocciole, semplice e dai sapori autunnali, con nocciola di Saviano, del territorio circostante, da cui viene ricavata una maionese che dà la parte grassa al piatto;  gambero crudo, porcini per la parte vegetale e succo di maggiorana dal gusto erbaceo leggermente piccante per  ripulire e fare riaffiorare il sapore del porcino e del gambero.

pasta e polpo fagioli e chorizo ph Alessandra Farinellipasta e polpo fagioli e chorizo ph Alessandra Farinelli

Primo piatto. Pasta e polpo, fagioli e chorizo, una ricetta della tradizione, un brodo di moscardini al pomodoro San Marzano con all’interno dei fagioli quarantini dell’Irpinia, contaminata con chorizo e peperoncino jalapeño; all’assaggio il sapore evoca la tradizione, con spicchi di acidità e piccantezza.

spigola all'acqua pazza in crosta pizza ph. Alessandra Farinellispigola all'acqua pazza in crosta pizza ph. Alessandra Farinelli

Secondo piatto. Spigola all’acqua pazza…in crosta, presentata in un involucro di pasta pizza chiuso, per la cottura, come se fosse una pentola a pressione e con all’interno un ripieno formato da pomodoro secco San Marzano, olive, patate, spigola, alghe, olio, aglio e basilico. Una volta terminata la cottura in forno, la pasta pizza viene rotta per poi versarci sopra una zuppa di acqua pazza con zenzero, lemongrass e succo d’arancia per un tocco acido. 

Re Santi e Leoni. via Via Anfiteatro Laterizio, 92, Nola NA. Telefono: 081 278 1526

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Bianca sul Lago by Emanuele Petrosino

Bianca relaisBianca relais

Emanuele Petrosino dal 17 settembre 2020 sarà  il nuovo executive chef di Bianca, Luxury 5 star boutique hotel di Oggiono, in provincia di Lecco, sulle rive del Lago di Annone (10 camere, un bistrot e un ristorante gourmet). Il ristorante “Bianca sul Lago” diventerà infatti “Bianca sul Lago by Emanuele Petrosino”.

Bianca sul Lago by Emanuele Petrosino la private room dinnerBianca sul Lago by Emanuele Petrosino la private room dinner

Petrosino curerà tutto l’aspetto food di Bianca: oltre ai piatti del ristorante gourmet, con sala vista lago,  firmerà i menù del bistrot “Drop” e le colazioni degli ospiti del relais.

Emanuele PetrosinoEmanuele Petrosino

Classe 1986, Petrosino nel 2019 ha conquistato il premio  “Giovane chef dell’anno” della Michelin.

Bianca sul Lago by Emanuele Petrosino. La salaBianca sul Lago by Emanuele Petrosino. La sala

Bianca fa parte di les Collectionneurs: una community che  riunisce ristoratori, albergatori e viaggiatori. Presieduta dallo chef Alain Ducasse. 

 

 

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