Carso e Carinzia, Prepotto e Poppmeier
Prepotto, (St.) Paul, Poppmeier. Tre nomi che iniziano con la “P” e che racchiudono un’esperienza di amore per la propria terra e di piacere per il palato. A miscelare queste tre “P” è stata la passione di Ami Scabar e Veit Heinichen che in un fine settimana di agosto hanno dato vita a un evento di alta cucina alla Gasthaus Poppmeier, nel cuore della Lavanttal, alle pendici dell’Abbazia di Sankt Paul.
Un edificio medioevale, la Gasthaus, che già dalla fine del XVIII secolo accoglie ai suoi tavoli gli avventori. La saga culinaria dei Poppmeier prende avvio nel 1876 con la fondatrice Maria.
Ora ai fornelli si distingue l’estro di Richard Poppmeier che in questa speciale occasione, assieme Cilly Höferer, un altro nome illustre della gourmetteria carinziana, ha supportato Ami Scabar nella “due giorni” di Sankt Paul. Ormai alle tre località citate all’inizio manca solo la P di Prepotto a illustrare questo idillio carinziano-carsolino. Nello splendido matrimonio dei gusti tra Carso, mare Adriatico e i frutti della terra della vallata della Lavanttal, quella più a Est di tutta la Carinzia, non potevano mancare la genialità di Edi Kante con le sue Malvasia e Vitovska 2012 e il formaggio di Dario Zidarich, lo Jamar, che dalla sua stagionatura in grotta a meno 72 metri è emerso per dare un tocco inimitabile alla pasta d’agosto proposta da Ami: pomodoro fresco, melanzane e lui, il re dei formaggi carsolini, lo Jamar. La famiglia Jäger, ben nota in Austria per la produzione di asparagi nella Lavanttal, ha accolto il suggerimento di Ami Scabar di coltivare carciofi nell’anno di riposo del terreno dalla coltura dell’asparago. Ebbene, i frutti di questa innovativa idea si sono materializzati quest’estate con una produzione di carciofi di elevatissima qualità.
E Ami ha deliziato i gourmet austriaci con un carpaccio di carciofi, parmigiano reggiano e olio extra vergine di oliva dei fratelli Starec , seguito da un risotto alla Vitovska e carciofi cosparso da anelli di calamaretti. Tra i secondi il filetto di branzino, ma ricamato in gusto austriaco con un contorno di patate al limone, caponata, curcuma e un filo di olio d’oliva affumicato. Se da un lato, in cucina, Ami si prodigava per far innamorare i palati dei commensali dei prodotti del Carso e dell’Adriatico, dall’altro Veit Heinichen raccontava con la passione che lo contraddistingue di Trieste e del suo territorio, donando l’anima a una città, al suo mare e al Carso, rendendo davvero vivi i piatti che arrivavano in tavola.
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