Vuoi diventare assaggiatore di salumi? Assaggiatore e anche consumatore goloso probabilmente lo sei già, ma qui intendiamo assaggiatore di salumi competente e certiflcato. Questa proposta dell'Onas (Organizzazione nazionale assaggiatori di salumi) fa certamente al caso tuo. È un corso che si svolgerà a Trieste in cinque lezioni che tratteranno vari argomenti, in ogni lezione si procederà alla degustazione di due salumi diversi.
Materie di studio
Analisi Sensoriale: fisiologia degli organi di senso, analisi qualitativa e quantitativa, schede, panel test. Il suino: dall’allevamento alla macellazione; Il suino da agricoltura biologica. Le razze autoctone. Le Materie prime nella produzione dei salumi: caratteristiche chimiche, fisiche e microbiologiche. Le varie categorie di salumi: cotti, crudi, affumicati. I prodotti cotti. I prodotti DOP, IGP, STG, PAT. I salumi crudi, tracciabilità ed etichettatura. ESAME ONLINE Test a risposte multiple
Costo: € 158,00 inclusa quota associativa annuale: € 45,00 Scadenza iscrizioni 12/02/2023 o al raggiungimento posti disponibili.
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Scritto da Fabiana Romanutti il . Pubblicato in Nonsolovino.
Ritorna Derthona Due.Zero domenica 12 e lunedì 13 marzo 2023 che con il Timorasso è il simbolo della rinascita dei ùcolli Tortonesi. L'incontro è organizzato dal Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi per valorizzare e diffondere la conoscenza del vino bianco ottenuto dal vitigno Timorasso.
Territorio e longevità
Territorio e longevità saranno i temi centrali di questa edizione di Derthona Due.ZeroAnteprima Timorasso alla scoperta di un vino fortemente legato alla propria zona di produzione, che sempre di più sta raccogliendo l’interesse di appassionati ed esperti. La storica sede del Museo Orsi di Tortona ad ospitare per due giorni un grande banco di assaggio dove degustare in anteprima i vini dell’annata 2021 e anche bottiglie con più anni di invecchiamento che mostreranno lo straordinario potenziale evolutivo del Timorasso.
Domenica 12 e lunedì 13 marzo 2023 torna Derthona Due.Zero, la terza edizione dell’evento organizzato dal Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi per valorizzare e diffondere la conoscenza del vino bianco ottenuto dal vitigno Timorasso, ormai simbolo del Rinascimento dei Colli Tortonesi.
Domenica 12 marzo il pubblico degli appassionati dalle ore 10 alle 18 potrà dialogare con i produttori per scoprire le caratteristiche distintive di questo grande vino bianco. Per l'ingresso è previsto un ticket di 20,00€. Lunedì 13 marzo invece, sempre allo stesso orario, è riservato agli operatori di settore e alle associazioni di sommellerie, che potranno accedere acquistando il ticket al prezzo di 10,00€ e alla stampa accreditata.
La rinascita del Timorasso
Il Timorasso è uno dei vitigni a bacca bianca più affascinanti d’Italia, una varietà che sin dal Medioevo ha trovato dimora sui Colli Tortonesi, crocevia di quattro territori Lombardia, Piemonte, Liguria ed Emilia-Romagna. Un territorio caratterizzato da un paesaggio variegato, ricco di saliscendi impervi e scoscesi, con colline che scendono lungo sei valli,Ossona, Grue, Curone, Scrivia, Borbera, Spinti, con terreni argillosi, compatti, costituiti da marne azzurre, le stesse presenti lungo la dorsale che da Barolo arriva fino alla Toscana.
Nel 2009 la superficie vitata a Timorasso all’interno della denominazione era di soli 25 ettari mentre oggi ha raggiunto quota 275: si può parlare quindi di una vera e propria rinascita del Timorasso. Una progressione importante resa possibile anche e soprattutto dall'impegno e dalla tenacia di un gruppo di giovani vignaioli locali, a partire dai primi pionieri come Walter Massa, Andrea Mutti e Paolo Poggio, che a fine anni '80 riscoprono l’antica tradizione e intraprendono la strada del rilancio. Di pari passo è cresciuta anche la compagine sociale del Consorzio, composta da 85 soci uniti dal desiderio di valorizzare quello che ormai possiamo definire il più importante vitigno a bacca bianca del Piemonte relativamente a superficie dedicata e quantità prodotte.
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Scritto da Fabiana Romanutti il . Pubblicato in Oli.
Concorso Nazionale Ercole Olivario 2023 – XXXI edizione- Al via le selezioni regionali della XXXI edizione dell’Ercole Olivario dedicato alle eccellenze olearie italiane: 27% in più per l’Ercole Olivario e oltre 50% in più per “La Goccia d’Ercole”, la sezione che sostiene le piccole produzioni, che verranno giudicate da un’apposita giuria, che degusterà e valuterà gli oli, decretando quelli migliori, che saranno premiati durante le giornate finali del concorso nazionale.
Febbraio 2023 sarà un mese all’insegna dell’olio di alta qualità. Infatti in tutte le regioni d’Italia si riuniranno panel di assaggio con degustatori accreditati, che degusteranno gli oli partecipanti alla XXXI edizione dell’Oscar dell’Olio, stabilendo quali etichette, per ciascuna regione potranno entrare a far parte della rosa di finalisti che si contenderanno l’ambìto Tempietto di Ercole Olivario, contrassegno che identifica le vere eccellenze olearie italiane.
Le aziende provengono da tutte le 17 regioni ad alta vocazione olivicola d’Italia: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino Alto Adige, Umbria, Veneto. Sono state infatti circa il 27% in più, rispetto al 2022, le aziende che hanno deciso di partecipare al concorso nazionale per questa edizione, mentre oltre il 50% in più sono state le aziende iscritte a “La Goccia d’Ercole”,
La fase di selezione regionale dei finalisti dell’Ercole Olivario, resa possibile anche grazie al supporto tecnico di Agroqualità - società in house del Sistema Camerale Italiano che per il concorso Ercole Olivario si occupa, in alcune regioni, del prelievo diretto in azienda dei campioni di olio in gara, garantendo il rigore e la serietà che contraddistinguono da sempre l’Ercole Olivario – e del CREA che mette a disposizione un panel di assaggiatori accreditati per le selezioni regionali in cui non ci sono premi regionali ad hoc per la valutazione degli oli partecipanti.
La giuria nazionale è guidata dal capo panel Lorenzo Natale ed è composta da 16 degustatori professionisti provenienti da tutte le regioni partecipanti al concorso; si riuniranno a Perugia, dal 13 al 16 marzo 2023, per procedere all’assaggio degli oli giunti in finale proclamando i migliori oli d’Italia nella mattinata di sabato 18 marzo, durante la cerimonia che si terrà presso la Sala dei Notari di Perugia. Il concorso Ercole Olivario è organizzato dall’Unione Italiana delle Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura in collaborazione con la Camera di Commercio dell’Umbria, il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e il Ministero delle imprese e del Made in Italy, con il sostegno di UNAPROL Consorzio Olivicolo Italiano, Italia Olivicola e del CREA - Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria - Centro di Ricerca Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari Sede di Pescara.
Per maggiori informazioni: Segreteria Nazionale del Concorso Ercole Olivario c/o Promocamera - Azienda Speciale Camera di Commercio dell’Umbria Tel. +39 075 9660589 / 075 9660369 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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Scritto da Fabiana Romanutti il . Pubblicato in Lifestyle.
ALCHIMIA, IL CIOCCOLATINO NATO DALL’INCONTRO TRA GIANLUCA FUSTO E L'ACETAIA GIUSTI. Si chiama Alchimia ed è stato presentato in occasione del Congresso Identità Milano 2023 da Acetaia Giusti, la più antica acetaia del mondo, fondata a Modena nel 1605. Filo conduttore è l’affinamento delle materie prime all’interno delle botti storiche di Aceto Balsamico di Modena della famiglia Giusti, un processo che fin dall’origine fonde tra loro aromi, profumi e sapori.
cOME NASCE IL NUOVO CIOCCOLATINO
Alchimia, il cioccolatino firmato dal cioccolatiere e pasticcere visionario Gianluca Fusto è realizzato con fave di cacao affinate all’interno delle bottidi Balsamico ed è arricchito con Aceto Balsamico di Modena “Banda Rossa” Giusti. “Un cioccolatino che imprigiona profumi, sapori e aromi di una complessità nuova data da tre passaggi fondamentali:
1 l’affinamento del burro di cacao nella botte che ha contenuto l’Aceto Balsamico che gli consente di assimilare tutte le complesse note aromatiche maturate nel tempo
2 la trasformazione del cioccolato in ganache attraverso la lavorazione a mano che dona nuova vita alla materia prima
3 l'aggiunta finale di Aceto Balsamico di Modena “Banda Rossa” Giusti che va a riequilibrare e sviluppare le note di corpo caratteristiche.
l'elemento fondamentale, il tempo, attraverso il quale gli ingredienti maturano, si trasformano e prendono nuova vita” spiega Fusto.
GRAN DEPOSITO ACETO BALSAMICO DI GIUSEPPE GIUSTI è il brand più rappresentativo tra gli Aceti Balsamici di qualità. Oggi la storica acetaia è guidata dalla 17esima generazione della famiglia
FUSTO Milano è la prima pasticceria e cioccolateria speakeasy d’Italia dove creatività e innovazione si “emulsionano”: un labo-boutique milanese dove si creano pièces esclusive, torte di alta pasticceria e lievitati da ricorrenza oltre a una gamma sempre rinnovata di dragées, biscotti, marmellate, creme spalmabili e creazioni personalizzate. www.gianlucafusto.com
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Scritto da Fabiana Romanutti il . Pubblicato in Nonsolovino.
Formazione su enoturismo e vendite in cantina. L’impresa tecnologica Divinea e il Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana hanno collaborato per offrire una giornata di formazione ai soci del Consorzio. Grande interesse per l’evento formativo “Come incrementare le vendite dirette e ottimizzare l’attività enoturistica” un tema decisamente strategico per i territori.
La formazione è un elemento fondante di Divinea che, oltre a proporre cicli di webinar gratuiti per le cantine (il prossimo calendario avrà inizio a febbraio), ha creato il portale Wine Suite Academy, lo spazio digitale di formazione continua e gratuita dedicata alle cantine e ai professionisti del vino con contenuti di digital marketing, enoturismo, vendite online e strumenti pratici per fare crescere il business del vino.
“Formare e in-formare fa parte della nostra identità e come impresa tecnologica vogliamo essere sempre più un punto di riferimento per le cantine che vogliono far decollare le vendite in cantina attraverso strumenti innovativi". – sottolinea Filippo Galanti, CBO e Co-founder di Divinea.
DIVINEA
Divinea è impresa specializzata in prodotti e servizi digitali per il settore vitivinicolo. L’obiettivo è quello di incentivare l’incontro tra le cantine italiane e i consumatori finali, attraverso tecnologie digitali disegnate per incrementare le vendite di vino dirette e migliorare l’esperienza d’acquisto dei consumatori finali. Wine Suite è la piattaforma di CRM e marketing sviluppata da Divinea e utilizzata da oltre 200 aziende vitivinicole. È uno strumento unico e integrato che permette di: vendere più vino direttamente ai consumatori privati migliorare e personalizzare l’esperienza di acquisto del cliente sia in cantina che online risparmiare tempo nella gestione delle attività enoturistiche, dalla promozione alla vendita con pagamento online automatizzare la raccolta dati dei clienti per ingaggiarli e fidelizzarli attraverso attività di marketing mirato.
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Scritto da Fabiana Romanutti il . Pubblicato in Notizie Flash.
Sprecometro, la nuova app dell'Osservatorio internazionale Waste Watcher sarà scaricabile dalle ore 17 di martedì 31 gennaio 2023. Liberamente per tutti e senza alcun costo di utilizzo. #èbelloedègratis. Consigli, video, buone pratiche, ricette per azzerare lo spreco di cibo a casa!
Sprecometro Wastemeter. Si può diventare supporter di @sprecozero. Cominciamo a tenere un diario e potremo raccontare la nostra esperienza negli eventi della campagna #sprecozero 2023.
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Scritto da redazione qbquantobasta il . Pubblicato in Ricette.
Vruoccoli arriminati. La cucina siciliana protagonista sulle pagine di The Guardian, con una delle sue ricette più celebri. A base di cavolfiore e acciughe. Ce lo segnala Siciliafan.it che gentilmente fornisce anche la ricetta pubblicata sul quotidiano inglese a firma Rachel Roddy. Rispetto alla ricetta tradizionale ci sono alcune differenze o mancanze, riuscite a coglierle?
Spoiler: dalla foto si coglie la mancanza delle olive, altre varianti secondo i nostri lettori? Nella foto sotto, splendida ambientazione della ricetta di Sonia Peronaci le olive però non ci sono. I filetti di acciughe sono sostituiti dalle sarde sotto sale.
Ingredienti
1 cavolfiore grande 6 cucchiai di olio extravergine di oliva 1 cipolla sbucciata e affettata 4-6 filetti di acciughe 5 pistilli di zafferano 400 g di pasta, bucatini, mezze maniche o fusilli 50 g di pangrattato 30 g di scaglie di mandorle o pinoli (facoltativi).
Procedimento
Mondate e spezzettate il cavolfiore in cimette grandi. Cuocetelo in acqua bollente e salata, fino a renderlo tenero (poi continuerà a cuocere con gli altri ingredienti). Togliete dall’acqua e mettete da parte, avendo cura di conservare l’acqua di cottura. Prendete una padella capiente e scaldate olio, cipolla e sale, mescolando fino a fare ammorbidire la cipolla. Unite le acciughe, le mandorle o i pinoli e cuocete ancora per circa un minuto. Aggiungete il cavolfiore, mescolate e unite due mestoli di acqua di cottura che avete conservato. Fate sobbollire per cinque minuti. Sciogliete lo zafferano in un po’ dell’acqua del cavolfiore e aggiungetelo all’ultimo minuto: mescolate per fare diventare il composto morbido con consistenza cremosa. Riportate a ebollizione l’acqua del cavolfiore e cuocete la pasta al dente.
Nel frattempo, preparate la muddica atturrata: in un padellino, tostate il pangrattato con olio e un pizzico di sale, fino a farlo diventare dorato e profumato. Rimettete sul fuoco a scaldare il composto con il cavolfiore, allungando con poca acqua di cottura della pasta se vi sembra troppo asciutto. Quando la pasta è al dente, scolatela direttamente nella padella del cavolfiore. Arriminate, cioè mescolate, in modo che tutto si amalgami molto bene. Impiattate e guarnite con il pangrattato abbrustolito.
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Scritto da Fabiana Romanutti il . Pubblicato in Nonsolovino.
DALLA TEORIA DEL MARKETING ENOTURISTICO ALLA PRATICA DELLE CANTINE. Otto le esperienze enoturistiche create da Donatella Cinelli Colombini come esemplificazione pratica del marketing delle wine destination. La Fattoria del Colle, in Toscana nella Doc Orcia propone agli amanti delle tradizioni le sale storiche della villa cinquecentesca dove il Granduca di Toscana aveva fatto il suo nido d’amore segreto. Un percorso villa e vino che comprende la Cappella gentilizia, il giardino all’Italiana e finisce nella bottaia.
I wine lovers hanno due esperienze su misura: la prima vigna, video e vino riguarda la vigna, tutte le zone della cantina e ha il momento clou nella sala che insegna ad ascoltare le vigne; l
a seconda fa diventare enologo per un giorno e permette di produrre il proprio vino Supertuscan con tanto di etichetta.
La proposta più costosa e importante è la masterclass a scuola di Sangiovese e Brunellotenuta da un sommelier poliglotta sui 2000 anni di storia del Sangiovese e dei vini toscani. Tutte le esperienze comprendono assaggi di vini e di altre eccellenze gastronomiche.
Le quattro proposte enoturistiche 2023 del Casato Prime Donne a Montalcino si differenziano da quelle normalmente organizzate dalle cantine italiane e si indirizzano a visitatori con un diverso grado di interesse per il vino e di capacità di spesa. Per quelli che scherzosamente Donatella Cinelli Colombini chiama “enoturisti per caso” che cercano svago, natura (l'azienda è BIO), tradizioni locali e sono ormai il target più numeroso dei visitatori, c’è la Brunello experience degustazione itinerante che percorre gli esterni e gli interni della cantina seguendo pannelli sulla storia locale e istallazioni di arte contemporanea.
Percorso con assaggi anche per l’esperienza degustazione enomusicale dove i vini e i brani sonori sono scelti da un sommelier musicista. Questa proposta è per gli appassionati che hanno già visitato molte cantine e vogliono qualcosa di nuovo.
Per i veri Brunello lovers c’è una visita guidata e una degustazione verticale di 5 annate che parte dall’assaggio da botte per arrivare alla grande riserva.
La proposta premium Io Sono Donatella exclusive Experience prevede la presenza di Donatella Cinelli Colombini in persona e verte sul suo Brunello IOsonoDonatella prodotto in edizione limitata solo nelle grandi annate.
Anche nella cantina di Montalcino gli assaggi di vino presenti in tutte le esperienze sono accompagnati da specialità gastronomiche tipiche come il cacio pecorino o la salsiccia secca.
2023, L’ENOTURISMO SECONDO DONATELLA CINELLI COLOMBINI. Il turismo in cantina è in una fase molto favorevole con il business mondiale che dovrebbe triplicare entro il 2030. Il segreto del successo? Supertradizionalismo nelle esperienze dei turisti e molta tecnologia innovativa nei contatti.
“Novità nel turismo del vino 2023 cambiano i turisti e le esperienze. La vera novità 2023 è nelle proposte con vita propria cioè nelle esperienze capaci di attrarre turisti indipendentemente dalla fama della cantina o del vino e ancora più decisivo sarà l’uso della tecnologia nella prenotazione e nella fidelizzazione dei visitatori.” Ad affermarlo Donatella Cinelli Colombini forte della sua profonda conoscenza del fenomeno enoturistico, comprovata dai 5 manuali che ha firmato, ideatrice nel 1993 di Cantine Aperte e del Movimento Turismo del Vino e dalla sua esperienza come produttrice al Casato Prime Donne a Montalcino e alla Fattoria del Colle nella Doc Orcia.
In Italia la Toscana è ancora in posizione leader ma altre wine destination stanno crescendo. "Il male oscuro delle cantine turistiche italiane è ancora la proposta tutta uguale". Donatella Cinelli Colombini è convinta le esperienze vadano diversificate e strutturate in base a quattro profili di enoturisti.
“Niente è come prima del Covid, neanche i turisti - afferma Donatella Cinelli Colombini. Nelle cantine italiane arrivano almeno quattro tipi di visitatori:
1) I turisti del vino classici, cioè i veri appassionati del nettare di Bacco, che percentualmente stanno calando.
2) Il gruppo maggioritario che cerca svago in una natura incontaminata.
3) Gli altospendenti, soprattutto esteri, che chiedono momenti esclusivi
4) I talebani che cercano cose estreme come i “vini senza mani”, i vini ultra-famosi o con altre caratteristiche straordinarie
Altro elemento nuovo è il sorpasso delle esperienze sul vino: “alcune proposte, particolarmente diverse, coinvolgenti e uniche, se ben comunicate – continua Donatella Cinelli Colombini - riescono ad attrarre visitatori indipendentemente dalla fama della cantina, fama che anzi viene in questo modo potenziata in modo enorme. Per questo il numero, la dimensione e la spettacolarizzazione delle nuove cantine turistiche cresce ovunque nel mondo talvolta con effetti hollywoodiani”.
Aumenta l’importanza dell’elettronica sia nella prenotazione che nelle fasi successive alla visita. Nelle sue due cantine del Casato Prime Donne a Montalcino (Si) e della Fattoria del Colle nella Doc Orcia (Si) sarà introdotto un sistema CRM (Customer Relationship Management) per la sua wine hospitality. Qualcosa capace di trasformare i visitatori delle cantine in clienti che continuano a comprare bottiglie, anche dopo il ritorno a casa, attraverso il wine club e l’e-commerce proprietario.
Otto le esperienze enoturistiche create ad hoc per aumentare l'attrattività delle wine destination.
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Scritto da Fabiana Romanutti il . Pubblicato in Drink.
Bark, liquore ottenuto dalla preziosa corteccia degli alberi di Arancia Rossa di Sicilia IGP è la nuova limited edition in casa Amara. Infusione per sei lunghi mesi della corteccia ottenuta dalle potature degli alberi di arancio in alcool ed erbe spontanee dell'Etna. Duemilaottocento bottiglie numerate per una versione da collezione.
Un amaro che guarda alla sostenibilità ambientale e punta allo zero waste, riutilizzando il legno della potatura degli aranceti di famiglia, coltivati alle pendici del vulcano più grande d’Europa. Durante la potatura estiva degli aranci viene prelevata la corteccia dei rami più forti per ottenere un legno ricco di linfa e dal profumo intenso.
La corteccia di arancio è l’ingrediente distintivo di Amara Bark, un elemento vitale nel ciclo produttivo dell'albero che invece di essere smaltito viene nobilitato.
Amara Bark racchiude i sentori e gli aromi della campagna agricola vulcanica, tra profumi e sapori equilibrati che alternano le note calde del legno con la freschezza delle erbe spontanee dell’Etna. Un amaro dalla grande complessità eppure immediato, fortemente caratterizzato dai profumi della corteccia appena tagliata di albero d’arancia, così da conservare tutte le note vegetali e donare robustezza e rotondità al prodotto finale.
"Bark è un amaro che gioca a fare l' whisky - afferma soddisfatto Edoardo Strano, fondatore e ideatore del brand Amara - volevamo un prodotto dal carattere fortemente distintivo, siamo sempre stati affascinati dai sentori del legno e abbiamo voluto rendere il legno un vero e proprio elemento, invece che pensarlo solo come un metodo di invecchiamento".
In Amara Bark il legno da contenitore diventa contenuto. Da materiale in cui far riposare e invecchiare il liquore, il legno, o meglio la corteccia degli alberi di arancia rossa di Sicilia IGP, viene trasformato in un insolito elemento aromatico, che sprigiona sentori invernali di pane cotto in forno e memorie di passeggiate nei boschi e nelle campagne etnee.
Amara Bark è prodotto lasciando riposare in infusione alcolica per sei mesi la corteccia di albero di arancia rossa di Sicilia IGP, erbe spontanee dell'Etna, a cui viene successivamente aggiunta acqua sorgiva che sgorga a 1200 metri sul vulcano.
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Scritto da Fabiana Romanutti il . Pubblicato in Ricette.
Una ricetta speciale con il Radicchio di Chioggia IGP nell'ambito del progetto “L’Europa firma i prodotti dei suoi territori”. Il Radicchio di Chioggia IGP è caratterizzato da un cespo tondeggiante e compatto, con foglie di colore rosso più o meno intenso ricche di nervature centrali e secondarie bianche. Sapore gradevolmente amarognolo e consistenza croccante.
In questo periodo dell’anno si parla di Radicchio di Chioggia “tardivo” con raccolta fino al 31 marzo.
Di seguito la ricetta realizzata durante in collaborazione con Sonia Peronaci
PATATE AL CARTOCCIO CON RADICCHIO DI CHIOGGIA IGP GORGONZOLA E SALSA DI NOCI
INGREDIENTI PER 4 PERSONE
patate 4 da circa 200 g ciascuna
Radicchio di Chioggia IGP 150 g
gorgonzola piccante 80 g
PER LA SALSA DI NOCI
noci 40 g di gherigli (+ 4 per decorare)
panna fresca 20 g
latte 20 g
formaggio grattugiato 15 g
olio extravergine d’oliva 20 g
sale q.b.
PREPARAZIONE
PER LE PATATE
Lava bene le patate per eliminare eventuali residui di terra e altre impurità. Poi asciugale e, senza togliere la buccia, avvolgile con un doppio foglio di alluminio, sigillandole bene in modo che mantengano l’umidità durante la cottura. Disponi i cartocci con le patate in una teglia e inforna in modalità statica a 200 °C per circa 75 minuti.
PER IL RADICCHIO
Pulisci il radicchio: taglia a metà il cespo ed elimina la base e la parte centrale più dura. Quindi affettalo nel senso delle foglie in modo da ottenere delle striscioline spesse 2 cm e poi riducile ulteriormente procedendo col coltello in senso perpendicolare rispetto al primo taglio.
Infine, sfoglia bene le striscioline di radicchio ottenute, fai scaldare un filo di olio in una padella antiaderente e falle rosolare velocemente aggiungendo un pizzico di sale.
Abbassa quindi la fiamma e falle cuocere a tegame coperto fino a quando si saranno ammorbidite. Toglile dalla pentola e lasciale intiepidire.
PER LA SALSA DI NOCI
Metti in un cutter da cucina tutti gli ingredienti necessari per preparare la salsa: il latte, la panna, il formaggio grattugiato, l’olio, un pizzico di sale e le noci.
Tieni da parte 4 gherigli interi per la decorazione finale delle patate. Frulla fino a ottenere una salsa piuttosto densa e mettila in una sac à poche.
COMPOSIZIONE
Una volta cotte le patate, estraile dal forno e, senza toglierle dal cartoccio né aspettare che si raffreddino, incidi la stagnola nel senso della lunghezza.
Scosta i bordi dell’alluminio e, usando il coltello, pratica sulla superficie di ogni patata un taglio di forma ellittica in modo da prelevare una piccola fetta.
Aiutandoti con un cucchiaino, scava ulteriormente la polpa delle patate, in modo da ottenere una conca capiente in cui inserire il ripieno.
Metti al centro di ogni patata 20 g di gorgonzola, in modo che il calore lo faccia fondere. Poi aggiungi ¼ del radicchio stufato preparato in precedenza.
DECORAZIONE
Decora le patate con la salsa di noci, formando un piccolo nido con l’aiuto della sac à poche e completa con un gheriglio di noce.