Marchio collettivo di qualità AQUA convegno

L’ERSA il prossimo 29 maggio organizza il convegno dal titolo “I sistemi di certificazione della qualità per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari. L’esperienza del marchio collettivo di qualità AQUA”, presso la sala convegni di Villa Manin di Passariano. Il convegno si svilupperà nel corso dell’intera giornata e vedrà alternarsi prestigiosi relatori, esponenti del MISE (Ministero dello Sviluppo Economico), MIPAAF (Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali), Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, INEA (Istituto Nazionale di Economia Agraria), ACCREDIA (Ente Italiano di Accreditamento), INEQ (Istituto Nord Est Qualità), ICQRF (Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari) e Federconsumatori, nonché tre funzionari delle Regioni Toscana, Veneto, Marche.
Il convegno si pone i seguenti obiettivi:
- fornire una panoramica dei principali sistemi di certificazione dei prodotti agroalimentari;
- spiegare il metodo di funzionamento di tali sistemi focalizzando l’attenzione sulle garanzie di sicurezza e di tracciabilità, nonchè l’impatto sul consumatore finale;
- presentare il marchio regionale di qualità, AQUA (Agricoltura, Ambiente, Qualità) confrontandolo con esperienze affini di altre realtà regionali;
- illustrare le opportunità offerte dalla nuova programmazione comunitaria in tema di agricoltura ai produttori che operano aderendo a sistemi di qualità riconosciuti dagli Stati Membri della UE.
L’ERSA nell’ambito della propria attività istituzionale di promozione dell’agroalimentare regionale, valorizza le produzioni di qualità del Friuli Venezia Giulia e in particolare gestisce il marchio collettivo di qualità denominato AQUA (Agricoltura, Ambiente, Qualità). Il marchio collettivo AQUA è stato istituito dalla Regione Friuli Venezia Giulia con la legge regionale n. 21/2002. Con l’istituzione del marchio AQUA la Regione Friuli Venezia Giulia ha voluto mettere a disposizione degli operatori dell’agroalimentare un importante strumento di marketing, che ha il vantaggio di avere un impatto molto forte sul consumatore e di poter essere apposto direttamente sui prodotti. Con la medesima legge la Regione ha affidato all’Ersa i compiti relativi al riconoscimento e alla registrazione del marchio, all’individuazione dei tipi di prodotto da ammettere al marchio, e alla redazione dei disciplinari tecnici di produzione.
Il marchio garantisce un elevato standard di sostenibilità ambientale e di tutela del benessere animale. Inoltre si dimostra strumento incentivante lo sviluppo di interazioni delle realtà operanti sul medesimo territorio, in quanto l’intera filiera di produzione dei prodotti certificati (dalla materia prima al prodotto finito), deve svolgersi all’interno di un areale delimitato da un raggio non superiore a 90 km.
L’ERSA verifica il possesso dei requisiti richiesti, concede il marchio e vigila sull’utilizzo dello stesso. Tali requisiti, tecniche di produzione e criteri di identificazione e di rintracciabilità, pongono i prodotti certificati a un livello qualitativo superiore allo standard di mercato. Questi elementi sono contenuti nei disciplinari tecnici, regolarmente approvati a livello comunitario, che contengono definizioni e norme relative ai singoli prodotti, a cui devono attenersi i soggetti che intendono avvalersi della certificazione di qualità.
In particolare, il produttore interessato a ottenere la concessione d’uso del marchio deve:
1. Rispettare nel processo produttivo le indicazioni del disciplinare di riferimento.
2. Ottenere la conformità di produzione da un organismo di certificazione indipendente (UNI CEI EN 45011).
3. Presentare domanda di concessione d’uso del marchio all’ERSA.
4. Mantenere costantemente aggiornata l’ERSA circa le informazioni stabilite da Regolamento d’uso del marchio collettivo.
Per ulteriori informazioni e iscrizioni al convegno, consultare il sito www.ersa.fvg.it.

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A Dordolla Cantiere continuo

Rassegna internazionale "Cantiere Continuo" a Dordolla/Val Aupa. Fino al 29 maggio otto artisti sono chiamati a confrontarsi sul tema dell'Utopia in un luogo non casuale: Dordolla, comune di Moggio Udinese, Val Aupa. Qui, da alcuni anni è in atto un processo di ripopolamento, contrariamente a quanto avviene nel resto della montagna carnica, grazie all'arrivo di persone che hanno deciso di scommettere sulla possibilità di vivere in un luogo considerato "periferico", quasi  "disagiato". A Dordolla si sono tirati su le maniche, è nata un'associazione culturale "Cort dai Gjats", una azienda agricola e culturale "Tiere Viere", si restaurano sentieri e muretti a secco, si rifalciano i prati, si ripuliscono i boschi, si cerca di costruire una piccola centrale elettrica, artisti hanno scelto di viverci, dulcis in fundo un' osteria con cucina, "da Fabio" è aperta 7 giorni su 7, vero cuore pulsante del paese. La rassegna Ewige Baustelle/Cantiere Continuo è organizzata da UNIKUM-Centro Culturale dell'Università di Klagenfurt e ha quale curatore Moreno Miorelli (Stazione di Topolò). Gli artisti sono gli inglese Jez Riley French e Christopher Thomson, la slovena Anja Medved, gli austriaci Penker&Grengros e Gerhard Pilgram e gli italiani Gaetano Ricci, Ernesto Paulin, Giacomo Manenti. Installazioni all'aperto, audio e video installazioni che occupano il centro del paese e i prati circostanti. La rassegna è visitabile da venerdì 2 maggio al 29 maggio durante le ore diurne. In particolare sabato 17 maggio nell’ambito del festival internazionale di street art Elementi Sotterranei dedicato alla Sovranità Alimentare, l’associazione Bravi Ragazzi di Gemona del Friuli presenta (dalle 10) CANTIERE CONTINUO, manifestazione artistica internazionale a cura di Moreno Miorelli e dell’associazione Unikum, Centro Culturale dell’Università di Klagenfurt. Suggestioni artistiche tra le calli di Dordolla e lungo i sentieri che la circondano assieme a Kaspar Nickles. Alle 13: IL CIBO DELLA VAL AUPA Degustazione di prodotti locali. Alle 14.30 CONVEGNO SULLA BIODIVERSITA’ RURALE E SULL’AGRICOLTURA DI MONTAGNA Enos Costantini (Tiere Furlane) - Cognossi la storie par stâ tal samenât, Fabiano Micelli (Università di Udine) - Per salvaguardare l’agrobiodiversità servono contadini e iniziative pubbliche, Piccola Terra - Un estratto del film documentario, Adotta un terrazzamento (Valstagna, Canale del Brenta) - Quando l’agricoltura fa paesaggio: un caso esemplare di contrasto all’abbandono. Devis Bonanni (progetto Pecora Nera) - Pratiche quotidiane di sovranità alimentare. Alle 17.30 TEATRO CONTADINO L’ORT con Stefano Montello (voce recitante, chitarra) e Cristina Mauro (canto). Nella foto gruppo di qbquantobasta a caccia di erbe a Dordolla con Ennio Furlan.

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Sapori Pro Loco: evento imperdibile

Sapori Pro Loco 2014: al via sabato 17 maggio i festeggiamenti. E’ partito ufficialmente il conto alla rovescia per l’avvio della tredicesima edizione, presentata nella sede della Regione a Udine. L'atteso appuntamento propone il meglio delle tradizioni enogastronomiche e culturali del territorio regionale, a cura delle quaranta Pro Loco partecipanti e degli oltre mille volontari coinvolti nei due fine settimana di festeggiamenti. Villa Manin di Passariano la cornice che come di consueto ospita questa consolidata kermesse, curata del Comitato Regionale dell’UNPLI Friuli Venezia Giulia (che comprende 236 Pro Loco), ideatore di questo viaggio nel gusto in cui il visitatore può trovare in diversi stand, tutti vicini, i sapori più autentici della regione.
Enogastronomia ma non solo: approfondimenti culturali, concerti corali e bandistici, musica leggera, incontri e degustazioni a tema, escursioni e visite guidate, musei ed esposizioni e molto altro ancora, in un programma ricco di appuntamenti, novità ed iniziative collaterali.
Novità del 2014 l’estensione del secondo fine settimana ad annoverare anche il venerdì’ sera tra le date di festa, oltre alla preziosissima collaborazione con l’ERSA Friuli Venezia Giulia, che troverà uno spazio promozionale dedicato all’interno della manifestazione e animerà il collaudato Spazio Incontri con una serie di convegni sulla valorizzazione della produzione agroalimentare regionale e delle sue eccellenze.
Fondamentale il sostegno degli enti che, a vario titolo, credono e supportano l’organizzazione della manifestazione: la stessa Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, che con il Presidente del Consiglio Regionale Franco Iacop (presente alla conferenza stampa di presentazione anche il Consigliere Cristiano Shaurli) ha sottolineato come si tratti di una manifestazione di qualità che dà lustro al territorio; l’Azienda Speciale Villa Manin con il Commissario Straordinario Franca Merluzzi – e il Direttore Giovanni Fuso - che ha rimarcato la compatibilità dell’evento con il complesso dogale, comprese le mostre e il parco in esso presenti; l’Agenzia Turismo FVG con il Direttore Michele Bregant, che ha ricordato come tali eventi permettono di portare e riportare visitatori in regione; il Comune di Codroipo con il Vicesindaco Ezio Bozzini, che ha ricordato gli eventi che si terranno anche nella vicina cittadina sempre all’interno del programma; i Comuni di Bertiolo e Sedegliano anch’essi sede di eventi collaterali; il Progetto Integrato Cultura del Medio Friuli inserito nella proposta culturale di Sapori Pro Loco. Quest’anno al folto elenco si unisce dunque l’ERSA, l’agenzia regionale del Friuli Venezia Giulia per lo sviluppo rurale, che come accennato curerà (oltre ad uno stand dedicato) degli appuntamenti sulla valorizzazione dei prodotti tradizionali regionali, come ha spiegato il Direttore del servizio promozione, statistica agraria e marketing Paola Coccolo. Importante il sostegno del main sponsor Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia, il cui Presidente Giuseppe Morandini ha ricordato come la banca sostenga con convinzione una manifestazione che dà lustro al territorio.
Rinnovate anche altre collaborazioni, da quella con l’USCI FVG, con tre importanti concerti corali a Codroipo, Coderno di Sedegliano e Bertiolo, all’animazione musicale dell’ANBIMA FVG, dagli sbandieratori del Coordinamento Gruppi Storici Pro Loco FVG (anche in piazza a Codroipo) alle passeggiate in carrozza nel complesso della Villa con l’AFAC, dai convegni sull’impatto ambientale degli eventi con Legambiente FVG e ARPA FVG alle escursioni in bicicletta con la Pro Loco Passariano; e citiamo ancora la collaborazione con Radio Onde Furlane per la serata dedicata del 23 maggio, il Servizio Gestione Forestale e produzione legnosa della Regione Friuli Venezia Giulia ed il Centro di Catalogazione e Restauro dei Beni Culturali del FVG.
Tra i due weekend, oltre agli eventi collaterali, il 20 maggio si terrà una serata di promozione dei prodotti tipici locali presso il Ristorante Nuovo Doge di Villa Manin di Passariano. L’IRTEF e l’Università degli Studi di Udine presenteranno l’Osservatorio sui processi di valorizzazione dei prodotti agroalimentari di eccellenza del FVG e il programma di sorveglianza nutrizionale, in collaborazione con l’Unione Cuochi Fvg e l’Associazione Cuochi della Provincia di Pordenone. Prevista la degustazione di alcune pietanze tradizionali che rientrano nel programma di sorveglianza nutrizionale, analizzate nel contesto dell’Osservatorio in sintonia con alcuni dei prodotti offerti durante Sapori Pro Loco.

Doverosa menzione infine ai partner tecnici dell’evento: Arte & Grafica, Acqua Dolomia, Flash, Piemme, Illy Caffè, Friulana gas, Boz Sei, Birra Castello, Colombino & Polano, FriulVeneto, Eco.cel, Diapason, Friuli Antincendi, Securitas Metronotte San Giorgio.

Il programma completo è disponibile anche sui social network seguendo l’hashtag #SaporiProLoco.

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Da Capovilla, il guru della distillazione


Era una splendida giornata di sole e ci siamo trovati…No! Niente temini scolastici, non è il mio stile. Ricomincio… Istrionico, occhi azzurri, grande comunicatore, naso fine, sperimentatore, competente. In poche parole: il guru della distillazione. Gianni Capovilla. Colui che ha nobilitato e reso eleganti ed emozionanti  i distillati, siano essi di vinaccia (grappa) o di frutta. Lo si può ascoltare, senza pericolo di annoiarsi, per ore. Per altrettanto tempo si possono assaggiare, avendo per ognuna delle forte emozioni, le sue produzioni. Il tempo e la scienza sono gli ingredienti che creano la differenza. Il tempo dedicato alla ricerca dell’ingrediente di altissima qualità, il tempo dedicato alla distillazione a bagnomaria, il tempo dedicato alla seconda distillazione, il tempo dedicato all’invecchiamento e anche il tempo dedicato alla etichettatura (etichette tutte scritte a mano e legate con un cordoncino a ogni bottiglia). La scienza nell’ adattare alle sue esigenze e sperimentazioni gli alambicchi, la scienza nell'aprire e chiudere valvole, la scienza nello scegliere i materiali delle tubazioni, la scienza nel risparmio sia energetico che idrico, la scienza nel tagliare teste e code e la scienza per effettuare mille altre operazioni per ottenere il meglio del meglio. Tanti distillati, di tutti i tipi di frutta, ma anche rhum agricole. Lo produce nelle Antille francesi,  utilizzando solo canna da zucchero biologica. Ce lo serve con un cubetto di ghiaccio e una scorzetta di lime selvatico. Un nettare che racconta di terre lontane, di sole, di caldo, di fiori e frutta fresca. Un nettare intrigante come chi lo produce.  P.S. Era un'altra delle imperdibili visite didattiche dell'ANAG FVG!

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14 maggio Selezioni Ricetta del Sindaco

Undici i sindaci in gara domani 14 maggio: e ben sei rappresenteranno il pordenonese! Mancano meno di 24 ore all’attesissima semifinale della settima edizione del concorso La Ricetta del Sindaco, promosso dall’Unione dei Cuochi del Fvg e con il supporto della Scuola Alberghiera dello Ial. Presso l’istituto alberghiero di Aviano, domani – 14 maggio (dalle 9 e per tutto il pomeriggio) – si sfideranno, a colpi di gustosissime ricette, undici amministratori locali, di cui oltre la metà a rappresentare la destra Tagliamento. Coadiuvati dagli allievi dello Ial, a tenere alta la bandiera del territorio saranno i sindaci di Tramonti di Sotto, Polcenigo, Arzene, Caneva, Cavasso Nuovo e Budoia, in un testa a testa con i  “colleghi” di Torreano, Corno di Rosazzo, Codroipo e Faedis. La sfida si giocherà a colpi di fantasia, creatività, gusto e sapore. Ai fornelli gli impavidi chef, che, dismessa la fascia tricolore e indossata la divisa da cucina, prepareranno alcuni piatti tipici, valorizzando i prodotti del territorio. Il sindaco Giampaolo Bidoli di Tramonti di Sotto scenderà in campo con il pistum, mentre il primo cittadino di Polcenigo, Mario della Toffola, si presenterà con la frittata di ricotta fresca di capra in agrodolce. Lucia Maria Raffin rappresenterà Arzene con il risotto di asparagi e Andrea Attilio Gava con il gonfalone di Caneva risponderà con un filetto di trota della Livenza ai carciofi con salsa di figomoro alla senape. Cavasso Nuovo, con il sindaco Emanuele Zanon, scommetterà tutto sui cjalzon con cipolla rossa di Cavasso, pitina della Val Tramontina, formaggio latteria di Malga Pradis e patate di Ovoledo, mentre Roberto De Marchi scenderà in campo per Budoia con le tagliatelle di coniglio e zafferano di Dardago. Insomma, la giornata di domani si profila come una grande kermesse del territorio e dei suoi prodotti. Da Torreano proporranno ravioli di frico con crema di sclopit, da Corno di Rosazzo arriva la panade dal soldat, con prosciutto San Daniele e Montasio mezzano, da Codroipo un piatto a base di Montasio e trota, Faedis preparerà cannelloni alla castellana a base di latteria, salciccia nostrana e ricotta, Monfalcone porterà un tocco di mare con i sardoni ripieni.
Le performance dei sindaci saranno seguite in diretta da un’apposita giuria di esperti, che valuterà, accanto alla preparazione, anche altre componenti, come  la composizione del piatto, il mix dei sapori e la spiegazione fornita dai primi cittadini. Ricetta del sindaco 2014
Info e regolamento: www.alberghiera.it

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Biscotti con riso Venere e pompelmo rosa

©http://nuvoledifarina.blogspot.it Era da un bel po' che non facevo biscotti, e complice la presenza in casa di un pacchettone di riso venere preso per provarlo e poi lasciato lì ho deciso di mettermi all'opera e prepararne una bella infornata usando proprio questo riso come ingrediente principale; i biscotti li ho poi profumati con il pompelmo rosa che ha un sapore che si sposa a meraviglia con quello del riso venere. Come per tutti i biscotti, la ricetta è di facilissima esecuzione e può essere fatta con l'aiuto dei bambini dall'impasto al versamento delle cucchiaiate sulla placca, anzi è una ricetta adattissima a loro per fare una sana e golosa merenda.

Ingredienti per 2 teglie di biscotti
300 gr di farina 00
100 gr di zucchero
50 gr di riso venere
40 gr di olio extravergine di oliva
2 cucchiaini di lievito per dolci
1 uovo
la scorza grattugiata di un pompelmo rosa
il succo di circa mezzo pompelmo rosa

Procedimento
Iniziamo con il preparare il riso, che andrà cotto in acqua bollente salata per il tempo indicato sulla confezione, quello che avevo io era integrale e ci è voluta circa un'ora. Una volta cotto il riso, scoliamolo, raffreddiamolo sotto acqua corrente e teniamolo da parte.
In una ciotola setacciamo la farina assieme al lievito, aggiungiamo lo zucchero e l'uovo e iniziamo a impastare; uniamo poi la scorza di pompelmo, il riso venere e l'olio e per ultimo il succo di pompelmo versandolo un poco alla volta fino a ottenere un composto né troppo sostenuto né troppo liquido.
Versiamo cucchiaiate di questo composto sulla placca da forno, tenendo i biscotti ben distanziati gli uni dagli altri perché in cottura tenderanno ad allargarsi un pochino; facciamoli quindi cuocere in forno pre-riscaldato a 180° per 10 minuti.
Sono davvero golosi.
Seguite Stefania Benedetti sul suo blog  ©http://nuvoledifarina.blogspot.it  troverete tante ricette golose anche per bambini, sul nostro sito vi consigliamo Omogeneizzato cachi e pera e anche Omogeneizzato cocco ananas arancia




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Il paradosso dell'asparago in versi

Il paradosso dell'asparago, una poesia che ci è arrivata oggi da Rosinella Celeste e che volentieri condividiamo con voi lettori. Dopo la lettura della domenica (Gli asparagi e l'immortalità dell'anima di Achille Campanile), questi versi diversi ci sembrano significativi per questo ortaggio che colpisce per la sua natura particolare e che, non a caso, in Austria viene chiamato Bacchetta magica della primavera.

Questa luce che precipita in abissi
Seziona il tuo corpo terrigno
-il sole non dimentica-
e stai cucito nel sacco di juta della terra,
misterioso asparago
acuto verticale nobile eppur discreto
elementare, nudo!

Sprofondi nel seno buio
In un distacco dormiente.
E nudo tronco sparato verso il cielo
Sprizzi fuori in primavera,atteso
Come per lavarti gli occhi
-vinte le ore lunghe e fredde-
emergi con colori d’alba
in un grido:”Sono la luce”

Carpiti ai teli neri, i raggi
Tingono di lieve madrepora
L’apice del turione.
Un sogno d’oltremare, d’aria marina
Scioglie in bocca la tua rigidità
In un sapore fluviale
Di umida erba antica come la memoria.

Ma sei anche profumo di neve bianca
Bagnata di luna.

Rosinella Celeste

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Faces: Brasile chiama Friuli risponde

Dal Brasile Ana Paula Crasto, diplomatasi sommelier a Udine, ci manda la notizia del lancio avvenuto in questi giorni in Brasile del vino ufficiale dei mondiali di calcio 2014, ideato da una studentessa brasiliana che ha studiato a Udine. Il progetto Faces riassume in tre vini – bianco, rosato, rosso – le peculiarità del Brasile. Monica Rossetti, iscritta al corso di laurea magistrale interateneo in Viticoltura, Enologia e Mercati vitivinicoli, giovane brasiliana di origini vicentine, studentessa dell’Università di Udine che già esercita la professione di enologa ha ideato il vino dei mondiali di calcio.  Lo ha stabilito la Fifa che ha così premiato il suo progetto, denominato “Faces” (facce), che sintetizza in tre vini – un bianco, un rosato e un rosso – le diverse ‘facce’ del Brasile: la multietnicità, la gioia di vivere e la predominanza di popolazione giovane. L’accordo con gli organizzatori dei mondiali prevede l’utilizzo del marchio Fifa nelle etichette dei vini “Faces”, già degustati dalla presidente brasiliana Dilma Rousseff alla festa del vino a Caxias do Sul (Rio Grande do Sul).
Il progetto prevede un vino bianco composto dalla miscela dei tre vitigni a bacca bianca maggiormente coltivati in Brasile; un rosato creato da due vitigni a bacca rossa particolarmente accattivanti per colore e freschezza di gusto, e un rosso, che rappresentata la multietnicità, nato da un taglio di undici vini, come il numero di giocatori di una squadra di calcio. La produzione è della cantina di Lidio Carraro, il cui nome denota le origini italiane. I vini del progetto sono già stati “collaudati” durante la Confederations Cup nel 2013, che ha visto interamente consumate le 200 mila bottiglie di prova, derivanti dalla vendemmia 2012. Visti i risultati del test, per i mondiali sono già disponibili un milione di bottiglie della vendemmia 2013. Monica Rossetti, trentunenne di Bento Gonçalves (Rio Grande do Sul) è discendente di una famiglia della provincia di Vicenza emigrata in quei luoghi alla fine del 1800. Nel 2005 si è laureata in Viticoltura ed Enologia all’Istituto federale “Rio Grande do Sul” di Bento Gonçalves, con il quale dal 2012 l’Università di Udine collabora per l’attribuzione del doppio titolo di laurea internazionale. Conseguito il titolo, Rossetti, oltre a iscriversi al corso magistrale dell’ateneo friulano, ha intrapreso la professione di enologa in Brasile e in Italia.
«L’Università di Udine – sottolineano i docenti Roberto Zironi ed Enrico Peterlunger, presidenti rispettivamente del corso di laurea in Viticoltura ed enologia e di quello magistrale in Viticoltura, enologia e mercati vitivinicoli – è orgogliosa del prestigioso risultato raggiunto dal progetto enologico; si tratta di un riconoscimento che conferma le capacità e la preparazione dell’autrice, e la qualità e le potenzialità internazionali della formazione e delle ricerche svolte nel settore vitivinicolo nel nostro ateneo».

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Matrimonio ecosolidale ecosostenibile

Consigli per un matrimonio ecosolidale e all'insegna dell'ecosostenibilità. Nel Paese del buon gusto (in senso gastronomico e non solo), l’Italia, è ovvio che il primo cruccio di chi sta programmando il proprio matrimonio sia quello di organizzare al meglio il ricevimento con cui festeggiare l’evento insieme ai propri cari, assicurandosi da subito che a tavola non manchino le migliori leccornie della nostra gastronomia. Una vera e propria macchina organizzativa, quella che sta dietro alle nozze, che tuttavia ha un costo. Secondo una ricerca dell’Adoc il costo medio di un matrimonio in Italia supera i 28 mila euro, 2 terzi dei quali vengono spesi solo per il ricevimento. Decisamente un po’ troppi in un momento di crisi come questo, quando invece la realtà che ci circonda ci richiamerebbe a scelte di maggior sobrietà. Ma, come conciliare la voglia di regalarsi una giornata unica con l’esigenza di darle anche un tono etico? Una possibilità potrebbe essere quella di organizzare il proprio matrimonio innestando elementi ecosolidali ed ecosostenibili. Si tratta di una voglia sempre più comune tra le nuove generazioni, generalmente più attente ed informate sui temi di attualità e che ad esempio scelgono di rinunciare ai vecchi soprammobili pagati a prezzo d’oro da chi li compra ed odiati da chi li riceveva, e scelgono al loro posto delle “bomboniere solidali”, che all’interno del prezzo di acquisto prevedono una quota devoluta a attività di scopo benefico e sociale, avendo la possibilità di acquistarle anche direttamente dal sito di alcune Associazioni Onlus. L’abito della sposa continua a essere bianco, ma se si vuole dare un tocco di verde al proprio matrimonio si possono intraprendere scelte semplici quanto “green” come quella di definire menu proporzionati rispetto al numero di invitati, sale ricevimenti a chilometro zero, pietanze e vini prodotti nelle vicinanze e non di importazione. Prediligiamo infine la carta riciclabile per il libretto della Messa, per le wedding bag e per i segna posto e se possibile limitiamo al minimo l’utilizzo di materiali non riciclabili come la plastica.


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Forse non bastano i cinque sensi per il vino

Ci affidiamo solo e completamente ai nostri sensi quando si tratta di vino? E' un errore visto che la sensazione di barricato, ovvero quel mix di sentori legati all'affinamento in legno, è percepita dal nervo trigemino. Quali sono i composti che percepiamo per primi nel vino? Di solito quelli legati al fruttato, che peraltro sono i primi a dissolversi. Lo ha scoperto un nuovo studio condotto da Carolyn Ross della Washington State University pubblicato sulla rivista Food Quality and Preference. “Ci possono essere centinaia di diversi composti aromatici nel vino che tessono una intricata relazione tra gusto, aroma e sapore”.  Dalle sperimentazioni è emerso che più complesso è il vino, minori sono le differenze di durata tra i vari aromi rilevabili. Tra le percezioni che hanno invece una maggiore durata c'è quello di legno che però non è avvertito dai sensi ma dal nervo trigemino. A scoprirlo un gruppo di scienziati della Ruhr-Universitata Bochum (Germania), guidato da Hanns Hatt, che ha pubblicato il nuovo studio sulla rivista Chemical Senses. Il trigemino è, tra l'altro, il nervo responsabile della percezione del dolore e della temperatura. I ricercatori hanno dimostrato che pazienti con nervi del gusto danneggiati, e incapaci di sentire i cinque sapori di base (dolce, umami, salato, amaro e acido), riuscivano ancora a sentire quell'aroma di barrique, tipico dei vini invecchiati in botti di rovere, sulle loro lingue. Nel caso il nervo trigemino sia danneggiato, come ricreato su cellule di topi in coltura, il sapore di barrique non veniva percepito.
Fonte: http://www.teatronaturale.it/strettamente-tecnico/mondo-enoico/19066-non-sempre-i-sensi-ci-possono-dire-tutto-sul-vino.htm

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Pane al porro e curry rosso

Direttamente dal blog htpp://mache tiseimangiato.com Twelve Loaves per maggio 2014 suggerisce di fare un pane alle cipolle. In realtà è molto flessibile l’invito: porro, aglio, cipollotti e cipolle sono tutti concessi. Dopotutto fanno parte della stessa famiglia. Ho cominciato col sognare il pane al’aglio, ma c’era del porro un po’ vecchio sul davanzale delle finestra. Ho voluto essere una brava donnina di casa e non buttarlo.
Porro e curry rosso: ho voluto provare nell’impasto questo abbinamento che così bene aveva reso nella pasta. Ma … non era abbastanza per me. Volevo allontanarmi ancora di più dalla mia comfort zone. Ho preso allora in mano il libro di Jeffrey Hamelman, uno dei miei ultimi acquisti compulsivi. Jeffrey suggeriva di usare, per un pane all’aglio, sia il lievito madre che il lievito di birra. No, chiedetemi di tutto. Ma mischiare sacro e profano?!  No.
Ero scettica e molto, lo ammetto. Avevo la mente piena di pregiudizi. Poi una vocina ha cominciato a perseguitarmi. Mi ha ricordato che volevo essere una persona flessibile senza barriere mentali. Allora ho ceduto. Ho abbandonato per un attimo il mio mantra del 100% lievito madre. E… E…e come succede in tutte le belle storie alla fine il mio coraggio è stato ripagato :) Pane con porri e curry rosso è stato un grande successo. Morbido, elastico, saporito e invitante. Cos’altro posso aggiungere. In due l’abbiamo divorato in meno di  48 ore. Ogni momento ci appariva perfetto per mangercene una fetta.

Pane con porri e curry rosso
pane porro e curry rosso intero 300 grammi farina manitoba
200 grammi farina multicereale
320 grammi acqua
20 grammi lievito madre solido rinfrescato qualche ora prima
25 grammi olio extra vergine d’oliva
1/4 cucchiaino di lievito di birra secco
35 grammi di porro
1 cucchiaino di red curry
10 grammi sale

Seguendo l’insegnamento di Jeffrey Hamelman ho fatto un primo impasto a base di  100 grammi di  farina manitoba, 60 grammi di acqua e 20 grammi di lievito madre. Jeffrey suggeriva di lasciar lievitare il tutto per 12 ore, io avevo come obiettivo l’avere un pane per la colazione del giorno dopo. Avendo lavorato questi ingredienti alle 10  di mattina, ho fatto lievitare l’impasto per sole 8 ore. L’ho lasciato in una ciotola sulle cui pareti avevo passo poco olio extra vergine d’oliva. Dopo 7 ore ho tagliato a pezzettini il porro e l’ho messo in una ciotola assieme all’olio extra vergine d’oliva e al cucchiaino di curry rosso. Dopo circa 8 ore di lievitazione, ho aggiunto all’impasto gli altri ingredienti (200 grammi farina manitoba, 200 grammi farina multicereale, 260 grammi acqua), lievito di birra incluso, lasciando per ultimi il porro al curry e per ultimissimo il sale. Ho lavorato l’impasto per 5-8 minuti e poi l’ho messo nella ciotola a lievitare ancora. Dopo 1 ora ho fatto le pieghe all’impasto. Dopo un’altra ora ho dato la forma di un largo filone all’impasto e l’ho posto sulla teglia ricoperta con carta forno. Dopo un’altra ora di lievitazione ho spennellato il pane con acqua e ho distribuito sopra i cristalli di sale. Ho fatto i tagli al pane e ho preriscaldato il forno a 240 °C lasciando nel forno uno stampo da muffin con dell’acqua. Ho cotto il pane in forno caldo a  240 °C per 15 minuti e a 220°C per altri 30 minuti per un totale di 45-50 minuti. Ovviamente non ho potuto far altro che raffreddare il pane e attendere il primo assaggio.
Adesso tocca a te. Se vuoi puoi aggiungere il tuo pane alle cipolle a quelli della collezione di Twelve Loaves usando il  Linky Tool che appare in fondo al post. Poche sono le regole da seguire. http://machetiseimangiato.com/2014/05/twelve-loaves-pane-con-porri-curry-rosso

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