Dao Restaurant propone il menu per il Capodanno lunare

CAPODANNO LUNARE DAO a RomaIL CAPODANNO LUNARE DI DAO RESTAURANT. Il ristorante cinese di Jianguo Shu vi dà appuntamento a Roma domenica 22 gennaio 2023 il 春节 Chūn Jié nel segno del Coniglio d’Acqua. 

Una cena speciale con piatti portafortuna accompagnati dalla performance di Gao Chuanyan, musicista di guzheng, il tradizionale strumento cinese a corda.

Rou juan Involtini di maiale con spezie
IL MENU LUNARE DI DAO


Per festeggiare il Capodanno Lunare, il ristorante di Jianguo Shu ha ideato un menu degustazione con piatti inediti, tutti da gustare per assicurarsi un anno pieno di fortuna e abbondanza.

Si inizia con il Rou juan (involtini di maiale con spezie cinesi) e il Tangbao - “raviolo di zuppa" ripieno di maiale, granchio, zenzero, salsa di soia, salsa di ostriche e pepe bianco – originario della cucina Huai Yang Cai, una delle zone più antiche e ricche della Cina, è un piatto simbolo di ricchezza.
Baozi yi mian spaghetti con abalone e il suo succo
La cena prosegue con i Baozi yi mian, gli spaghetti con abalone (pregiato mollusco dalla conchiglia madreperlacea) e il suo succo

Yu zi kao ya sfizi di anatra arrosto alla pechinese su crostino di pane e cavialeE ancora Yu zi kao ya, sfizi di anatra arrosto alla pechinese su crostino di pane e caviale, Tang qin ya si, anatra saltata con sedano cinese e peperoni, Suan tang yu pian, merluzzo con funghi enoki con salsa di zucca e aceto piccante, Shang tang bo cai, spinaci saltati con vongole e funghi di paglia.

Shang tang bo cai spinaci saltati con vongole e funghi di paglia

La degustazione si conclude in dolcezza con i Tangyuan, palline di riso ripiene di crema di sesamo nero servite in brodo al profumo di fiori di prugne. Scelto per la forma circolare e la pronuncia che richiama il concetto di ‘stare assieme’, simboleggia l'integrità e l’unione familiare. Costo a persona 55 euro bevande escluse; prenotazione al numero 06.87197573

Per augurare serenità e ricchezza anche da Dao Bistrot, il nuovo format di cucina tradizionale cinese da poco aperto a Roma in via Ogliastra (Piazza Bologna), al termine della cena tutti i partecipanti riceveranno le “Hong Bao” buste rosse beneaugurali e verranno offerti dei bon bon di riso.

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Digitalizzare l'enogastronomia tra innovazione e gamification

Digitalizzare lenogastronomia tra innovazione e gamification

Digitalizzare l'enogastronomia, tra innovazione e gamification. La corsa alla digitalizzazione che si sta osservando negli ultimi anni interessa da vicino numerose realtà lavorative, anche molto diverse tra loro. Dalla pubblica amministrazione, al commercio, passando per il turismo e il settore enogastronomico.

Per tutte queste realtà, la tecnologia offre risorse molto utili per affermare la propria immagine online e raggiungere così un maggior numero di potenziali clienti.

Enogastronomia digitale, nel 2022 +28% di iniziative sul web

Sono sempre di più le imprese, soprattutto di entità medio-piccola, che stanno scoprendo i vantaggi legati al processo di digitalizzazione per far conoscere il proprio brand e incrementare i propri affari.

In ambito enogastronomico, in particolare, la Omnicom Pr Group ha stilato la classifica relativa alla presenza online delle prime 25 aziende vinicole in Italia per fatturato. L’indagine, nello specifico, ha sottolineato la crescita dei siti e-commerce proprietari (+18% nel 2022, +83% nel 2021), e delle iniziative digitali e progetti 4.0 di innovazione produttiva (+28% nel 2022).

Secondo le stime, il social maggiormente utilizzato dalle aziende per promuovere la propria immagine sul web è Facebook, seguito da Instagram e da YouTube.

SEO, gamification e non solo: come migliorare la presenza aziendale online

Esistono moltissimi modi attraverso cui ottimizzare la presenza del proprio brand online. Uno dei più importanti è sicuramente progettare un sito web che sia user friendly, facile da navigare e intuitivo. Questo può essere fatto affidandosi a un esperto, ma anche in autonomia. Acquisire le competenze necessarie per sviluppare il proprio sito non è difficile come si può pensare. Basta frequentare un corso per sviluppatore web erogato da remoto, dal taglio pratico. Non richiede requisiti e offre la possibilità di lavorare su progetti reali. In questo modo si acquisiranno moltissime nozioni spendibili in vari modi per migliorare l’immagine della propria azienda online.

In secondo luogo, è molto importante curare la SEO (Search Engine Optimization), ossia l’ottimizzazione del proprio sito per i motori di ricerca. Avere un sito web ben progettato aiuterà già molto in tal senso, ma per scalare la classifica dei risultati di Google è possibile anche creare un blog, in cui pubblicare contenuti interessanti per il proprio pubblico con testi ottimizzati SEO.

Un altro settore da curare in maniera approfondita è quello del digital marketing, che sfrutta il digitale per sviluppare la rete commerciale di un brand, attraverso campagne e annunci pubblicitari.

Infine, un ambito in grande espansione per quanto riguarda il settore enogastronomico è quello della gamification.

Questa tecnica permette ai potenziali clienti di scoprire il food and beverage attraverso dei giochi virtuali, volti a fidelizzare gli utenti. Un esempio è il progetto “Winexplorer” dell’azienda “The Wine Table”, che prevede il rilascio di “passaporti digitali” per tutti gli utenti che riescono a superare determinate sfide, per poi ricevere sconti e trattamenti speciali durante le visite delle cantine in presenza.

Grazie a questi accorgimenti sarà facile acquisire piena consapevolezza e competenza nella gestione della propria immagine digitale, migliorando notevolmente i livelli di competitività con le altre imprese presenti sul mercato.

 

 

 

 

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Unione Italiana vini segnala il pericoloso precedente irlandese

divieto di alcool pictograph vector 19456131 divieto di alcool

Unione Italiana Vini invia un comunicato che volentieri e con preoccupazione pubblichiamo. "Via libera agli health warning per vino, birra e liquori in Irlanda, dove si potranno inserire sulle etichette degli alcolici avvertenze come "il consumo di alcol provoca malattie del fegato" e "alcol e tumori mortali sono direttamente collegati".

La norma, notificata a giugno alla Commissione Europea, a fine dicembre 2022 si è infatti smarcata dal periodo di moratoria senza riscontrare opposizioni dall’organo esecutivo europeo, nonostante i pareri contrari di Italia, Francia e Spagna e altri sei Paesi Ue. Per il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi: “Il silenzio assenso di Bruxelles a Dublino relativo alle avvertenze sanitarie in etichetta per gli alcolici rappresenta una pericolosa fuga in avanti da parte di un Paese membro. Secondo Uiv, il mancato intervento della Commissione europea mette a repentaglio il principio di libera circolazione delle merci in ambito comunitario e segna un precedente estremamente pericoloso in tema di etichettatura di messaggi allarmistici sul consumo di vino.

health warning

Temiamo che la Direzione generale per la Salute voglia adottare nei prossimi mesi questo approccio a livello europeo lasciando nel frattempo libera iniziativa ai singoli Paesi membri, al fine di sdoganare sistemi adottati senza un previo dibattito pubblico a livello europeo. I fatti di oggi – ha concluso Frescobaldi – segnano uno scenario paradossale e ingovernabile, fatto di una babele di etichette all’interno dell’Unione europea che purtroppo non risolvono il problema dell’alcolismo, che dovrebbe essere basato su un approccio responsabile nei consumi di prodotti molto diversi tra loro”.

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Daniela Mastroberardino è la nuova presidente DDV

 

Donne del Vino nuovo Consiglio 2023 2025 photo anastasia florea

DANIELA MASTROBERARDINO È LA NUOVA PRESIDENTE dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino. Guiderà l'Associazione per il trienno 2023-2025. Produttrice campana, amministratore ed export manager dell’azienda Terredora a Montefusco (Avellino), ha ricevuto l’incarico oggi dal nuovo Consiglio direttivo. La presidente uscente Donatella Cinelli Colombini, che ha retto l’Associazione per sette anni portando le socie a oltre quota mille, le ha consegnato il simbolico campanellino. 

«È tempo di guardare avanti – ha detto Mastroberardino appena eletta - senza dimenticare questi quasi 35 anni di eredità che ci vengono consegnati e che sono frutto del lavoro di tutte noi donne del vino, ma, in particolare, delle presidenti che mi hanno preceduto e che tanto hanno dato all'associazione, ognuna di loro con il proprio tratto distintivo.

Donatella Cinelli Colombini passa il campanellino alla nuova presidente Daniela Mastroberardino photoanastasiaflorea

Un ringraziamento per tutte alle tre Presidenti che conosco meglio: Pia Donata Berlucchi, la prima presidente al cui fianco ho lavorato, alla mia conterranea Elena Martusciello, con cui ho condiviso tanti degli inizi della mia vita associativa, e a Donatella Cinelli Colombini, da cui ricevo il testimone dopo 7 anni straordinari».

E ha annunciato: «La strada tracciata è divenuta familiare a tante di noi, a tutte quelle socie che hanno dedicato tempo e energie per rendere, negli anni, le Donne del Vino quell’associazione splendida che è e che, da oggi, avrò l’onore, meglio la responsabilità di guidare.  Il futuro avrà la cifra della continuità, proponendo il punto di vista delle donne nel mondo del vino in cui lavoriamo: cultura e promozione, formazione, presenza sui temi che interessano il settore, internazionalizzazione. Sono certa che avremo anche la capacità di rinnovarci: non c’è continuità senza un pizzico di discontinuità».

Al suo fianco siederanno la vice presidente vicaria Francesca Poggio (Piemonte), le vice presidenti Marianna Cardone (Puglia) e Paola Longo (Lombardia). Completano il Cda che resterà in carica per il triennio 2023-2025: Marilisa Allegrini (Veneto), Pia Donata Berlucchi (Lombardia), Antonella Cantarutti (Friuli Venezia Giulia), Cristiana Cirielli (Friuli Venezia Giulia), Carolin Martino (Basilicata), Dominique Marzotto (Sicilia), Antonietta Mazzeo (Emilia Romagna), Jenny Vian Gomez (Abruzzo). Nel collegio dei probiviri, siedono Michela Guadagno (Campania), Elena Tessari (Veneto), Romina Togn (Trentino Alto Adige).

 La presidente la vicepresidente vicaria e le due vicepresidenti

CHI È LA NUOVA PRESIDENTE

Nata nel 1968, inizia la sua attività lavorativa nel 1992 alla Mastroberardino.  Nel 1994, quando i componenti della famiglia prendono percorsi differenti, partecipa insieme al padre Walter e ai fratelli Paolo e Lucio alla trasformazione e allo sviluppo della tenuta agricola di famiglia, Terredora Di Paolo, oggi 180 ettari di vigna da cui nascono alcune delle etichette che contribuiscono a portare l’Irpinia e la Campania nel mondo.

Daniela oggi è amministratore ed export manager della Terredora. È socia delle Donne del Vino dalla fine degli anni Novanta, quando l’allora delegazione campana era composta da sole 4 produttrici. Più volte consigliera nazionale con le presidenti Berlucchi, Martusciello e Cinelli Colombini, dal 2016 è vicepresidente. Ha ricoperto anche incarichi in altre associazioni di settore, è stata, infatti, presidente del Movimento Turismo del Vino della Campania, prima di diventare presidente nazionale del Movimento Turismo del Vino, ruolo che ha svolto dal 2012 al 2015. È stata premiata nel 2016 con il Premio Standout Woman Award e con il Premio per l’eccellenza del fuoricasa al femminile di Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi.

CHI SONO LE DONNE DEL VINO

Le Donne del Vino sono l’associazione di enologia al femminile più grande del mondo. Nata nel 1988, conta oggi 1018 associate tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e giornaliste. Le Donne del Vino sono in tutte le regioni italiane coordinate in delegazioni. L’associazione è senza scopi di lucro e promuove la cultura del vino e il ruolo delle donne nella filiera produttiva del vino. Nel 2019 hanno costituito un network internazionale con 10 associazioni simili in altre parti del mondo. Durante la IIª Convention mondiale delle Donne del Vino ospitata al Simei Milano a novembre, hanno siglato un patto internazionale di collaborazione con le rappresentati di Amuva – Argentina, The Fabulous Ladies’ Wine Society-Australia, 11 Frauen und ihre Weine - Austria, Chile, Wow- Croazia, Femmes de Vin - Francia, Baia’s Wine – Georgia, Vinissima – Germania, Women in Wine - Nuova Zelanda, Las Damas del Pisco - Perù. Le Donne del Vino italiane promuovono indagini sul gender gap nelle cantine e sull’uso del vetro leggero. La collaborazione con università e strutture formative ha permesso un forte incremento dell’attività didattica in favore delle socie specialmente nei settori del marketing e della comunicazione. Dall’anno scolastico 2021-2022 è partita la sperimentazione del progetto D-Vino per introdurre l’insegnamento del vino negli istituti turistici e alberghieri direttamente organizzato dalle Donne del Vino. Le socie stanno realizzando il primo ricettario italiano che parte dal vino o dai vitigni autoctoni per descrivere i piatti della tradizione locale. Le azioni in favore della salvaguardia dell’identità locale e del patrimonio storico del vigneto italiano comprendono anche le degustazioni sui vini da “vitigni reliquia” e da “vigneti antichi”. Le Donne del Vino promuovono il turismo del vino en plein air con il progetto Camper Friendly. Contrastano la violenza sulle donne con raccolte di fondi, convegni e azioni di sensibilizzazione come #tunonseisola e il più recente sharing corner del sito per agevolare chi cerca lavoro.

Maggiori notizie sono nel sito e nel blog  

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Alla scoperta di tortèl & gropèl

tortel gropel in val di nonTORTÈL & GROPÈL com master class in cantina. Il Tortèl è la frittella salata di patate. il Gropèl è il vino eroico a bacca rossa, il cui ceppo, denominato Groppello di Revò, recuperato nella valle trentina è totalmente autoctono e vinificato unicamente da quattro piccole cantine.

Tortèl & Gropel la speciale rassegna enogastronomica proseguirà fino al 28 febbraio 2023 in una selezione di ristoranti locali. Singolare l’orario: le cucine aprono anticipatamente e ci si può già accomodare a tavola a partire dalle 17.30. Perché? Per far sì che i tortei e il vino amato anche dalla corte asburgica siano la degna conclusione di un pomeriggio o di una giornata passata a ciaspolare, fare trekking, sci alpinismo o pattinaggio, magari insieme a un gruppo di amici. 

La formula

Il menù dell’iniziativa prevede un Piatto di tortèi servito con i suoi classici contorni (salumi, formaggi, cavolo cappuccio, fagioli borlotti e le altre personalizzazioni di ogni ristorante) + Calice di Groppello a € 25 a testa (quota che comprende acqua, caffè e coperto). Per poter approfittare anche del particolare orario e della formula dell’iniziativa, è necessario prenotare in anticipo.

 

Le master class in cantina

 

Novità di questa edizione sono le master class in cantina tenute dallo chef Paolo che svelerà ai partecipanti i segreti relativi alla varietà di patate più adatte, il modo di grattugiarla, la sedimentazione dell’acqua di vegetazione e i trucchi per ottenere un tortèl piccolo, perfettamente rotondo, croccante e leggero al tempo stesso.

Sono in programma il 21 gennaio nella cantina Maso Sperdossi; il 4 febbraio da El Zeremia, e il 18 febbraio in compagnia dei vignaioli della cantina Laste Rosse.

Ci si ritrova alla 16.30 e la preparazione è accompagnata da brindisi di benvenuto, degustazione di vino e merenda con tortei e salumi.

 tortel gropel ristorante

I RISTORANTI coinvolti

 

AGRIFOOD LA TERRAZZA DEI SAPORI – Cagnò di Novella

EL MALGET – MALGA PRADEDONT – Ville d’Anaunia

OSTERIA CASA DE GENTILI – Sanzeno

RISTORANTE ALBERGO CAVALLINO BIANCO – Rumo

RISTORANTE ALLA PINETA - LA STUBE DEL CHECCO – Tavon di Predaia

RISTORANTE CENTRALE – Flavon di Contà

RISTORANTE HOTEL IL FALCHETTO – loc. Regole di Malosco

RISTORANTE PIZZERIA GIARDINO - Cles

RISTORANTE PIZZERIA CASTEL CORONA – Cunevo di Contà

 RISTORANTE SOLARIUM PREDAIA – Passo Predaia

 Maggiori informazioni QUI ì

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Al via l'Art of Italicus Aperitivo Challenge

Art of Italicus 2023Al via l’ART OF ITALICUS APERITIVO CHALLENGE 2023: la competizione internazionale fra bartender ispirata all’arte. Fino al 6 marzo 2023 i bartender di tutta Italia potranno presentare la loro “opera d’arte da bere” sulla piattaforma di ITALICUS Rosolio di Bergamotto. A fine maggio ci sarà l’elezione dell’ITALICUS Bar Artist Of The Year 2023

Il concorso chiede  “opere” contaminate da altre forme artistiche (scultura, design, pittura, moda, musica, letteratura, danza…), per realizzare un cocktail unico, risultato di capacità, talento e innovazione. Quest'anno si aggiungerà anche l’elemento della sostenibilità evitando sprechi nella preparazione dei drink e favorendo l’uso di materie prime locali.

La challenge si terrà in undici paesi – Italia, UK, USA, Croazia-Slovenia, Francia, Grecia, Norvegia, Spagna, Svezia, Svizzera e Ungheria. f

Ciascun vincitore nazionale riceverà l’iscrizione di un anno alla Shoshin Art Club, la piattaforma internazionale creata da Valentino Longo, dedicata alla formazione nell’arte del bartending, e a tutti i moduli educational in essa proposti. In palio, oltre al prestigioso titolo, un programma di mentorship con Giacomo Giannotti, bartender di spicco al timone del Paradiso di Barcellona, tra i 50 BEST BARS 2022.

 

Come partecipare

 Tre semplici passi per candidarsi alla challenge

1. Creare un cocktail aperitivo originale ispirato a qualsiasi forma d'arte (usando min 40 ml o 1,5 once di ITALICUS Rosolio di Bergamotto), includendo un ingrediente e/o una guarnizione sostenibile.

2. Caricare la ricetta e una foto del cocktail sul sito del concorso 

3. Condividere sui social media gli ingredienti e l’idea che hanno ispirato il cocktail, utilizzando gli hashtag #ITALICUS #ROSOLIODIBERGAMOTTO #ARTOFITALICUS #AOI23

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Ricettario mitteleuropeo di Suor Antonija Orsolina

ricettario cover ph Luigi Vitale ricettario orsoline cover ph Luigi Vitale

Il ricettario mitteleuropeo di suor Antonija Orsolina è stato opportunamente ristampato in occasione del 350° anniversario dall'arrivo delle Madri Orsoline a Gorizia.  La presentazione del nuovo prodotto editoriale si è svolta nel dicembre  2022 in Gorizia, Borgo Castello, nella Sala Conferenze dei Musei Provinciali di Gorizia. 

A presentarlo il curatore, avvocato Carlo del Torre, collezionista di ricettari antichi e autore molti libri di ricette, l'ingegner Roberto Zottar, delegato di Gorizia dell'Accademia della Cucina italiana, Michela Fabbro, titolare del ristorante goriziano Rosenbar. Introduzione della dott.ssa Raffaella Sgubin, Direttore Servizio Musei e Archivi Storici dell'ERPAC, Ente Regionale per il Patrimonio Culturale della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, che ha ricordato le grandi mostre Tra la terra e il cielo. I meravigliosi ricami delle Orsoline e Le Orsoline a Gorizia. Un filo prezioso lungo 350 anni mostra ancora in corso. Dalle sue parole traspariva la straordinaria abilità delle suore in qualsiasi campo manuale e artigianale si cimentassero, dall'uncinetto, al ricamo, al macramè ai merletti, alla maglia. E naturalmente all'arte della cucina.  In sala è presente anche Adriano Ossola della Leg Edizioni.

Roberto Zottar ha introdotto la serata spiegando quanto il cibo rappresenti l'identità della cultura di un popolo e come nella cucina si ritrovino le caratteristiche di un territorio, poiché la cucina  può raccontare la storia dei luoghi, dei valori, i sapori e i saperi delle persone. E proprio nel territorio goriziano  il cibo ha rappresentato un punto d'incontro tra i popoli, è stato un segno di civiltà.

Nella seconda parte dell'800, in quasi tutta Europa, dopo la Rivoluzione francese, con la successiva nascita dell'industria e della classe borghese, cominciò a sentirsi più forte l'esigenza di avere a disposizione dei ricettari, che inizialmente erano scritti da cuochi per altri cuochi. Nacquero anche le prime scuole di cucina e di buone maniere per le ragazze borghesi che dovevano volevano portare in dote anche queste capacità. 

Il Ricettario mitteleuropeo di suor Maria Antonija, Orsolina non è un manuale di cucina.

 

 

Fu custodito in un collegio sloveno, poi in un monastero italiano, venne tradotto dallo sloveno da Alessandra Foraus e curato dall'avv. Carlo del Torre.

Ma chi era suor Antonija? All'anagrafe Valeria Kraker, nata il 1° marzo 1905 in una famiglia slovena. Prese i voti nell'ordine delle Orsoline dell'Unione Romana con il nome di madre Maria Antonia, Antonija. A Skofja Loka in Slovenia, nel convento delle Orsoline, all'interno di un castello, suor Antonija insegnò economia domestica in una scuola femminile. È da lì che nasce la lunga raccolta delle ricette raccolte in un prezioso manoscritto. 

Nel 1947 le Madri Orsoline dovettero lasciare il convento e Suor Maria Antonija si trasferì a Gorizia nel Convento dello stesso ordine. Qui imparò la lingua italiana. Lei, di madre lingua slovena, parlava perfettamente il tedesco e quindi Le fu affidato l'insegnamento di questa lingua e la gestione del doposcuola pomeridiano.
Negli anni '80 Suor Maria Antonija ritornò in Slovenia a Sveti Duh,dove negli anni '60 le consorelle, con l'aiuto della stessa Antonija, in un clima politico più disteso, avevano ricostituito la confraternita. A Sveti Duh suor Maria Antonija morì il 18 gennaio 1987 e il suo Ricettario fu custodito nell'archivio storico del monastero di Sant'Orsola a Gorizia.

Roberto Zottar pone all'attenzione dei presenti un dilemma riguardo della traduzione delle ricette: bisogna rispettare la versione originale dell'autrice o adeguarla per renderla più fruibile e comprensibile nel periodo attuale?
La risposta e la spiegazione del curatore, Carlo del Torre, si trovano sulla Nota a pagina 7 del Ricettario.

Il testo scritto in sloveno, con pietanze indicate in gergo dialettale, altre in tedesco, alcune con termini francesi, ha portato a un compromesso per mettere d'accordo la fedeltà della ricetta originale, con una versione leggibile. In fase di traduzione e nell'intervento di riordino, si è rispettata il più possibile la fedeltà al testo originale, a volte mantenendo una terminologia  che a qualcuno può parere obsoleta o che comunque presuppone una certa esperienza rispetto a tipi di cucina e modalità di cottura di epoche e anni che forse oggi non tutti conoscono.

Nel ricettario originale suor Antonija correggereva e modificava una ricetta piu volte al fine di perfezionarla, secondo la sua esperienza e creazione, in particolare quelle che aggiungeva della scuola di cucina frequentata a Skofja Loka. Era molto attenta e precisa, attenta anche ai termini che usava nel testo della ricetta e conosceva la differenza tra una crepes e una omelette (la crepes con farina, l'omelette senza).

La ricetta di Carlo Cracco che impazza ora è "l'uovo fritto" che suor Antonija preparava già cent'anni fa, senza la tecnologia attuale; disponeva però di una Sorbettiera a manovella. La sua ricetta si chiama "Uova Regali" (ricetta n.71).

L'unico appunto che Roberto Zottar fa al curatore riguarda la traduzione del nome della ricetta quando non era possibile per le varie varianti della ricetta o per le diverse zone dove veniva preparata. 

Ma, spiega Zottar, rendiamo a esempio la nostra "Pasta Butada" cioè farina e uova, gnocchetti di farina, attualmente Spatzle, tradotto dal tedesco passerotto, quindi passerotti, ma chiamati anche girini, goccini ecc.... (ricetta n.379 Gnocchetti di farina con uova).

Il ricettario, che ci fa capire come la gnete di allora mangiava, viveva, cucinava è diviso in capitoli e in ognuno il curatore aggiunge delle interessanti Note di introduzione.

Suor Antonija per friggere faceva uso di strutto e non di olio vegetale. A proposito di ciò, il curatore spiega di come gli attuali protocolli della dietetica sconsiglino l'uso dello strutto, in quanto grasso animale, tuttavia continua l'avv. Del Torre, la quantità di strutto usata per friggere è inferiore circa di un terzo rispetto a quella attuale dell'olio. Poi va considerato da dove lo strutto viene estratto: quello della coppa è il più delicato.

Viene chiesto alla chef Michela Fabbro se nel suo ristorante fa uso di strutto. Lei afferna di non usarlo ma dopo tutte queste e altre nozioni di due grandi esperti di cucina, si sente invogliata a usarlo.

E le frattaglie? Il Ricettario ne ha tante di ricette con questi ingredienti. Zottar interviene dicendo che in alcuni ristoranti stellati vengono nuovamente proposti cuore di manzo, testa di seppia, la testa di vitello, la milza, milza che per esempio in Francia è costosissima.
Ora, spiega il curatore, dai macellai locali non se ne trovano, se non non su prenotazione. 
E Michela Fabbro aggiunge che è nato in lei 'interesse anche per questi prodotti. Poi dice che è stata colpita da uno Sformato di verze a fette (Ricetta n. 21) e che proporrà nel suo ristorante. Un'altra ricetta che l'è piaciuta è il Tonno finto (Ricetta n. 254).

Per concludere la chef del Rosenbar, riprende un'idea già proposta da Zottar ai rappresentanti dei Comuni di Gorizia e Nova Gorica, affermando che sarebbe buona cosa, identificare un certo numero di ricette locali, goriziane e slovene, da proporre a tutti i turisti che transiteranno nei nostri territori in occasione della "Capitale Europea della Cultura 2025, Nova Gorica & Gorizia", per far conoscere la nostra realtà transfrontaliera anche a livello culinario, arricchendo così il programma culturale di questa importantissima manifestazione.

Un applauso infine, proposto da Adriano Ossola, a tutti gli archivisti culturali - in particolare a Lucia Pillon - per l' impegno meticoloso nella realizzazione di questi progetti, contribuendo a mantenere vivi questi ricordi della nostra storia. 

 

 

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Mai provato i canederli al formaggio arrostiti?

Canederli ai formaggi arrostiti

Canederli arrostiti, una variante golosa. Tra gli ingredienti anche il tipico Graukäse.  La ricetta ci arriva direttamente dall'Alto Adige, dove i gnocchi di pane sono una tradizione consolidata. I Knödel, come si chiamano in lingua tedesca,  sono composti di un impasto a composizione variabile a base di pane raffermo. Primo piatto diffuso nella cucina mitteleuropea. 

Ingredienti per 4 persone:

150 g di pane per canederli
15 g di burro dell’Alto Adige
25 g di cipolla
aglio a piacere
100 g di formaggio da taglio
50 g di Graukäse dell’Alto Adige**
25 g di gorgonzola
3 uova
100 ml di latte dell’Alto Adige
15 g di farina
pepe bianco, sale
erba cipollina o prezzemolo
parmigiano grattugiato
burro fuso

**Graukäse (letteralmente "formaggio grigio", sebbene alcuni studiosi colleghino l'etimologia al termine grob, nel dialetto locale grab, che significa grossolano, in riferimento alla consistenza). Si tratta di un prodotto di recupero, fatto con il latte vaccino scremato avanzato dopo la produzione del burro. Un formaggio magro, con un contenuto di grassi inferiore al 2%; la coagulazione viene ottenuta per acidificazione.

una fetta di Graukäse, courtesy ph Jurgele

Come procedere 

Tagliare il formaggio a piccoli cubetti e mescolarlo all’erba cipollina o al prezzemolo tritati.
Scaldare il latte, sciogliervi il gorgonzola e il Graukäse e aggiungere il tutto nella ciotola dove avete spezzettato il pane unendovi a cui avrete unito le uova.  
Aggiustare di sale e pepe il composto e lasciarlo riposare per circa 30 minuti. Infine unire la farina.
Formare delle palle di media dimensione, circa 8 cm di diametro, appiattirle, infarinarle e arrostirle lentamente su ambo i lati in una padella con poco olio.
Cuocere quindi  i canederli in acqua salata per 8 - 10 minuti senza farli bollire.
Quando sono pronti scolarli delicatamente, disporli sui piatti, spolverizzarli di parmigiano ed erba cipollina e irrorarli di burro fuso.
Maggiori approfondimenti QUI 

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Gennaio, mese dell'Alaska Seafood

WOMAN HOLDING SOCKEY EFILLETS

GENNAIO. ALASKA SEAFOOD MONTH. Organizzato da ASMI, Alaska Seafood Marketing Institute per promuovere i prodotti ittici dell’Alaska dove, già nel 1959, si decise che “il pesce … dovrà essere utilizzato, sviluppato e conservato secondo il principio dello sfruttamento sostenibile”.

I salmoni dell’Alaska sono selvaggi e di conseguenza esiste una naturale variabilità del numero dei salmoni che tornano verso i corsi d’acqua dolce per riprodursi e vengono gestiti in modo da garantire la loro abbondanza nel futuro.

Boats in Petersburg

Il pesce selvaggio dell’Alaska è sostenibile: si nutre esclusivamente di ciò che offre il suo habitat e, proprio per questo, è una fonte di inestimabili virtù benefiche per la salute, dagli antiossidanti alle vitamine, agli Omega 3.

Carne tenera e soda, sapore e profumo di mare, freschezza sono sue peculiarità intrinseche.

Mocki Sushi

Clicca QUI per scoprire tantissime ricette!

 

 

I prodotti Alaska Seafood sono in promozione nei punti vendita Pam Panorama per tutto il mese di gennaio 2023. 

Per saperne di più e conoscere i rristoranti dove saranno serviti clicca QUI  

Uno stand Alaska sarà presente nel Congresso Identità Golose che si svolgerà dal 18 al 20 gennaio 2023 presso il MiCo.

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Gin Bacûr Bottega Distilled Dry Gin per la nuova miscelazione

Gin Bacur cocktailGin Bacûr Bottega, apprezzato tanto in purezza quanto miscelato per la preparazione di svariati cocktail, è contenuto in'originale bottiglia ramata realizzata con un esclusivo processo di metallizzazione, grazie al quale il color rame diventa parte integrante della superficie esterna del vetro.

Bottega da cinque anni ha allargato la propria gamma di distillati, entrando nel mercato del gin. 

Bottega vanta una tradizione di tre generazioni nel campo della distillazione della grappa. L’introduzione di alcune innovazioni tecnologiche, quali la distillazione sottovuoto, la riduzione del grado alcolico e l’impiego di un terzo passaggio in colonna demetilante, hanno regalato sempre nel segno della tradizione una nuova vitalità all'acquavite di bandiera.

La stessa filosofia produttiva è stata estesa anche al gin e si è concretizzata nella creazione di un distillato morbido e di grande aromaticità.

Gin Bacur bottle

Gin Bacûr Bottega (il termine Bacûr, di derivazione preellenica, indicava ancticamente il rame) è un Distilled Dry Gin, che sviluppa una gradazione alcolica di 40% vol. È caratterizzato dall’utilizzo di botanicals di origine certificata: bacche di ginepro (Toscana), salvia (Veneto) e scorze di limone (Sicilia). La sua qualità e la sua complessità dipendono non solo dal numero di piante, ma anche dalle condizioni di estrazione delle componenti aromatiche di ognuna di esse.

È indicato per preparare cocktail di varia tipologia, tra cui l’intramontabile Gin Tonic.

La ricetta del gin tonic 

40 ml Gin Bacûr,

80 ml acqua tonica

mezza fetta di limone

bacche di ginepro (o salvia o menta)

cubetti di ghiaccio.

Come procedere

Raffredda il bicchiere. Versare Gin Bacûr. Aggiungi ghiaccio, una fetta di limone, bacche di ginepro, una foglia di salvia o di menta, acqua tonica. Mescola bene.

È disponibile in bottiglia da 50 cl, 70 cl, da litro, in mignon da 5 cl e in versione spray da 10 cl.

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Conosci il su succu piatto sardo per l'Epifania?

su succu

Conosci il su succu? È un piatto tipico sardo, più precisamente della zona dell'Oristanese. È una sorta di minestra asciutta. Una ricetta antichissima. 

 

Ingredienti

 

1 litro di brodo

400 g di tagliolini freschi assai sottili (in alternativa qualcuno usa i capelli d'angelo N.d.R.) 

400 g di pecorino sardo fresco (nella ricetta originale il formaggio  è il casu axedo a pasta molle on latte di capra e pecora, lasciato cagliare fino a ottenere la consistenza di un budino).  

stimmi di zafferano

30 g di pecorino sardo stagionato grattugiato 

 

Come procedere 

 

Preparate il brodo con carni miste e portatelo a ebollizione. 

Mettete nel brodo alcuni stimmi di zafferano in modo che assuma un colore caldo. 

In una ciotolina sciogliete alcuni stimmi di zafferano con 3 cucchiai di brodo in modo da creare una salsina. 

Versate nel brodo 2 cucchiai di pecorino stagionato grattugiato e 150 g di pecorino fresco tagliato a fettine sottili. Riportate il brodo a ebollizione. 

Versate nel brodo i tagliolini per circa un minuto in modo che assorbano tutto il brodo..

Versate quindi i tagliolini in una teglia, ricopriteli interamente di fettine sottilissime di pecorino fresco, unite il resto del pecorino stagionato grattugiato e la salsina di zafferano in brodo.

su succu verticale

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