Il Consorzio DOC Friuli Isonzo cessa l'attività

Il Consorzio Tutela Vini DOC Friuli Isonzo cessa l’attività. Lo ha stabilito il Consiglio di Amministrazione guidato dal presidente Giorgio Badin. Una scelta sofferta ma necessaria: dopo aver lanciato il piano di rientro che porterà al pareggio del bilancio, il Consorzio proporrà la messa in liquidazione che verrà discussa nell’Assemblea straordinaria dei soci di lunedì 14 luglio nella sede di Cormons. Ne spiega i motivi il presidente Badin. “Le cause sono principalmente due: le dimensioni troppo piccole del Consorzio Isonzo che non ne consentono una gestione economicamente sostenibile e il venir meno del sostegno pubblico. Il sistema consortile regionale così come è ha dei limiti e il fatto che pochi associati sostengano economicamente una struttura utile a tutti crea mille problemi. Il mondo politico dovrebbe spingere verso un sistema consortile regionale dal forte coinvolgimento, che sia gratuito per le aziende e che non metta in discussione le singole denominazioni, il vero patrimonio da salvaguardare.”.
Ci sono anche motivazioni che riguardano l'intero settore vitivinicolo isontino. “Che è cambiato in questi anni- annota Badin- perché le aziende investono molto in promozione aziendale ma di meno in promozione del territorio. I produttori hanno propri tecnici di campagna e reti commerciali che li supportano e a questi ottimi risultati hanno contribuito la capacità dei singoli imprenditori ma anche la presenza del Consorzio”. Che oggi ha esaurito il compito originario di sostenere una Denominazione un tempo poco conosciuta e riconosciuta.
L’analisi di Badin riguarda la situazione attuale e quella futura. “Nella DOC Isonzo- dice il presidente- ci sono realtà di prestigio che propongono etichette presenti nelle carte dei vini dei maggiori ristoranti italiani e internazionali. Ma sarebbe un grosso errore per i produttori pensare che non ci sia più bisogno di promozione territoriale e di coordinamento tra aziende. Se il Consorzio chiude per esaurite finalità, la DOC Isonzo deve proseguire il cammino. Per questo motivo in sede assembleare proporrò la nascita di un comitato spontaneo, a cui tutte le aziende possano partecipare a titolo gratuito, in grado di confrontarsi con gli Enti pubblici”.
Il Consorzio Tutela Vini DOC Friuli Isonzo è uno dei più antichi d’Italia: è stato fondato nel 1966, ha sede a Cormons e comprende circa 60 aziende. In questi anni il Consorzio di Tutela Vini DOC Friuli Isonzo ha partecipato ad iniziative (Friulano&Friends, Friulano on Tour, Vinitaly e gli eventi a Hong Kong. in Cina, Giappone e Brasile) che hanno aiutato le denominazioni regionali a raggiungere alti livelli nel settore vitivinicolo internazionale, collaborando con gli altri Consorzi regionali con cui ha formato il Consorzio delle DOC del Friuli Venezia Giulia..
Il Consorzio ha inoltre svolto una attività di assistenza legislativa e di assistenza tecnica fondamentale per le sue aziende, adottando strategie di lotta guidata per debellare le malattie della vite, promuovendo il controllo fitosanitario con tecnologie innovative e realizzando, in collaborazione con il Consorzio di Bonifica Pianura Isontina, un sistema di irrigazione moderno ed efficiente per i vigneti. L’attenzione per il territorio è sempre stato il punto cardine dell’attività consortile, testimoniata dall’adozione della speciale bottiglia “Goriziana”.
L’ente cormonese ha curato inoltre la formazione di tecnici e addetti impegnati oggi in contesti internazionali e sviluppato rapporti con Università e Enti, come il CRITA, contribuendo a progetti di ampio respiro.

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Musica e danze balcaniche con i Taximi

Venerdì 11 luglio alle 21 a Cormòns musica e danze balcaniche con i Taximi. Ingresso libero. Creazione, invenzione, improvvisazione, interpretazione e viaggio sono non solo alcuni dei significati della parola greca di origine araba Taximi, ma anche il fil rouge che guida l'omonimo quintetto d'ispirazione balcanica che si esibirà in Piazza XXIV Maggio a Cormons (GO), nell'ambito del 16° Festival musicale internazionale "Nei Suoni dei Luoghi", organizzato dall'Associazione Progetto Musica con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. I Taximi sono un ensemble che nasce dall'unione di 5 musicisti di diversa estrazione – Romano Todesco, fisarmonica (nella foto);  Lorenzo Marcolina, Clarinetti e Sax soprano; Simone d’ Eusanio, Violino; Giovanni Maier, Contrabbasso e Ermes Ghirardini, Percussioni – che approfondisce la musica dell’Est europeo in quanto portatrice di infinite energie e spontaneità.
Spontaneità che gli spettatori troveranno anche nel dialogo tra la melodia e i passi di danza: il taximi infatti è anche un genere musicale popolare ellenico in cui un ballerino improvvisa figure sempre nuove sulle note dello strumento solista. Per questo motivo, ad accompagnare il quintetto ci sarà Patrizia Pin, ballerina e insegnante di danze orientali. In caso di maltempo il concerto si terrà al Museo Civico del Territorio, sempre in Piazza XXIV Maggio a Cormons. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.
Evento collaterale: apertura della mostra personale di Livio Fantini "Essenze del presente" al Museo Civico del Territorio, Piazza XXIV Maggio.
 Facebook/neisuonideiluoghi2014

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Castelli Beer Festival Città di Marino

2° Castelli Beer Festival Città di Marino 10-11-12-13 Luglio 2014 Quattro giorni di festa popolare, arte, musica, birra artigianale, cibo di strada, laboratori, visite guidate e degustazioni. Ingresso rigorosamente gratuito. Novità di quest’anno: il concorso “Le birre, la loro storia e la convivialità” dedicato a giovani artisti del territorio e il contest “Musicalmente” riservato a band con brani inediti e originali. Si conferma la grande attenzione al sociale: “Semi (di) libertà” con la birra made in carcere e la birra realizzata da Birradamare con ragazzi con sindrome dello spettro autistico in collaborazione con l’associazione “Dalia blu- Neurodiversi al lavoro”. Il progetto dell’associazione culturale Sibarita, con il patrocinio del Comune di Marino, in collaborazione con la condotta Slow Food di Marino e Castel Gandolfo, Ebrius Brewing di Marco Chiossi, Beerbaccione Beershop di Marcello Pau e Arrosticini Tornese, intende promuovere l’arte e l’artigianalità, la tradizione e la cultura sul territorio dei Castelli Romani. Il festival animerà le vie del centro storico.  A Piazza San Barnaba andrà in scena il meglio della tradizione culinaria italiana con il cibo di strada di alta qualità  da diverse regioni italiane: dalla Puglia le bombette di Alberobello, fritto misto di pesce laziale, olive ascolane artigianali, farinata e pasta fresca espressa dalla Liguria, bruschette ferraresi, arrosticini abruzzesi e Seadas dalla Sardegna. Lungo Corso Trieste sarà possibile bere birre di qualità e incontrare i mastri birrai negli stand dei numerosi birrifici artigianali presenti: Piccolo Birrificio Clandestino, Homo Luppolo, MC77, Lucky Brews, Bad Guys, ECB, Birrificio Superbum, Lariano,  Opperbacco, Birrificio Sociale, Laboratorio Piccolo Birrificio, Birradamare, Jungle Juice e Birra del Borgo. Importanti presenze straniere: dal Belgio Van Steenberge, De Glazen Toren, Caulier. Dalla Svizzera Bad Attitude.  Sabato 12 luglio ci sarà anche una cotta pubblica di birra con gli homebrewer del progetto “Daniele&Friends”
Si alterneranno laboratori e degustazioni a cura della condotta Slow Food di Marino e Castel Gandolfo: giovedi 10 luglio ore 20.00 La Birra nel mondo anglosassone degustazione di birre italiane ispirate all'Inghilterra per raccontarne storia, profumi e sapori. Venerdì 11 luglio ore 20.00  " Grani, farine e pani"  dedicato a diversi laboratori che guardano i vari momenti del pane, dalla scelta delle materie prime alla lievitazione, dalla maturazione alla cottura ... contemporaneamente ai vari momenti della Cotta Pubblica, per osservare le similitudini di pane e birra. La giornata sarà seguita dalla chef Gabriella Cinelli, dai ragazzi dell'Orto dei Cuochi e da Alessandra Ripanti della Biscotteria Suljma. Sabato 12 luglio ore 20.00 Dialogo aperto tra Vino e Birra per parlare e degustare una birra e un vino, prodotti della Terra. Domenica 13 luglio ore 20.00 "Il Cibo e il Non Spreco" dedicato alla cucina del riuso con lo chef Marco Mezzaroma.

Infine spazio anche al sociale con la presentazione di  "Semi (di) Libertà", progetto di inclusione sociale di detenuti in collaborazione con il Ministero della Giustizia, il M.I.U.R. e l'ITA Sereni di Roma e finalizzato alla creazione di un microbirrificio artigianale. Sarà così possibile bere le prime birre realizzare dai carcerati in collaborazione con importanti mastri birrai italiani. Da non perdere poi “Na Birretta Neurodiversa” realizzata dal birrificio Birradamare con i ragazzi dell’associazione “Dalia blu-Neurodiversi al lavoro”. L’associazione Dalia Blu nasce con lo scopo di inserire ragazzi con sindrome dello spettro autistico nel mondo del lavoro. Media partner Le Vie del Gusto e Radio Libera Tutti. Una grande festa popolare, per i Castelli Romani, strizzando l’occhio alla Capitale.


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A rischio i vitigni autoctoni?

Le finali di Vinibuoni d'Italia Guida 2015 che si svolgeranno fra quindici giorni a Buttrio (Ud) potranno essere una buona occasione per parlarne. A rischio i vitigni autoctoni secondo questo articolo di Matilde Poggi presidente F.IV.I. (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) pubblicato su Teatro Naturale e riguardante un'audizione alla Camera (Matilde Poffi nella foto Ansa).
"...In particolare, durante l’audizione, ho voluto richiamare l’attenzione su alcune questioni.
Definizione di vitigno autoctono (Art. 8 c.1, Titolo II): nel testo proposto si legge ”è considerato vitigno autoctono italiano il vitigno la cui presenza è rilevata in aree geografiche delimitate nel territorio nazionale”. Tali vitigni verranno iscritti in un registro tenuto presso il Ministero. Questa definizione non ci pare affatto corretta; se questo punto non verrà modificato rischiamo di togliere valore all’enorme patrimonio di vitigni autoctoni italiani che fanno del nostro Paese una realtà unica al mondo. Tra l’altro non ci sembra corretto sancire per legge cos’è autoctono e cosa non lo è. La critica enologica ama parlare di autoctoni e questo è un elemento di distinzione per tanti produttori. Se questa norma non verrà modificata, tutti i vitigni internazionali verranno improvvisamente passati per autoctoni creando una grande confusione nel consumatore. Tra l’altro non è affatto chiaro perché per le provincie di Trento e Bolzano si preveda che tali vitigni siano presenti da almeno 50 anni, mentre per le altre regioni potrebbero essere stati impiantati anche ieri.
Etichettatura (Art. 53, Titolo III): il testo va ad elencare in modo puntuale e preciso l’opportunità o meno di indicare, nelle ragioni sociali e negli indirizzi aziendali, i termini geografici riservati ai vini DOCG, DOP e IGT. È autorizzato l’uso di tali nomi geografici in etichetta ma con caratteri inferiori a quelli utilizzati per indicare la DOP relativa. Questo ci appare corretto perché, diversamente, si potrebbe creare inutile confusione per il consumatore che potrebbe essere tratto in inganno dall’uso improprio dei nomi geografici. Abbiamo però voluto richiamare l’attenzione sul fatto che, una cosa è l’etichettatura vera e propria, altra cosa è la comunicazione aziendale cartacea o su siti Internet. Qui riteniamo non abbiano ragione di esistere questi limiti. Non mi sembra davvero che una cantina possa trarre in inganno il consumatore scrivendo sul proprio sito che la sua sede si trova in Veneto, anche se non rivendica l’omonima DOP. Se questo testo non verrà modificato saremo obbligati, per non incorrere in sanzioni, a rivedere tutta la nostra comunicazione aziendale, cartacea e web, togliendo ogni riferimento a nomi geografici contenuti nelle DOP".

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Turismo e fashion design a Trieste

Turismo e fashion design si incontrano a Trieste. Giornalisti e blogger nazionali e internazionali, giunti a Trieste per il grande evento di moda, si lasceranno guidare alla scoperta degli scorci più suggestivi della città, grazie alla collaborazione tra ITS e Agenzia TurismoFVG nei giorni 11 e 12 luglio a Trieste. Quest’anno saranno accreditati alla manifestazione circa 150 giornalisti da 13 nazioni e l’hashtag ufficiale dell’evento e del relativo blog tour è #itscontest.
Anche quest’anno l’Agenzia TurismoFVG dà supporto a questa importante vetrina di fashion design e lifestyle, offrendo l’accoglienza a importanti influencer a livello nazionale e internazionale e organizzando ad hoc momenti di scoperta esperienziale del territorio che ospita questo grande evento. Un’ottima occasione per legare l’importante kermesse di fashion design con un territorio ancora “da scoprire”, ma dalle elevate potenzialità, esattamente come i giovani talenti in gara. Trieste e tutto il Friuli Venezia Giulia si mettono quindi in gioco e svelano le loro carte migliori con una visita a una delle cantine del Carso scavate nella roccia, seguita da un pranzo in una tipica osmiza con una vista panoramica che abbraccia Italia, Slovenia e Croazia. Dopo aver testato la qualità dei prodotti locali e aver assaggiato i vini autoctoni sarà la volta di apprezzare il territorio che riesce a concentrare in pochi chilometri un altipiano carsico, un golfo imponente e una città che regala scorci suggestivi e sfoggia un’eleganza rara. In una città dove il mare è il protagonista incontrastato non si poteva prescindere dal prevedere anche un’escursione in barca per ammirare da un punto di vista privilegiato questo tratto di costa che spazia dal cuore della città fino alle Falesie di Duino, lambendo il Castello di Miramare e la Riserva Marina del WWF, grazie alla collaborazione con la Società Velica di Barcola e Grignano, che organizza ogni seconda domenica di ottobre su questo splendido golfo la Barcolana, la più affollata regata del Mediterraneo.

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Sailingchef agli internazionali di tennis

Domenica 20 luglio Internazionali di Tennis a Umago: evento “Avventura Estiva” assieme a Sailingchef. I migliori chef della zona cucineranno a vista piatti abbinati alla sfilata di moda di Maison Dressage e Machinarium, due realtà artigianali di grande pregio, accompagnando ciascuna portata con assaggi di vini della regione. La cena avrà inizio alle 20 nell'area gourmet, prima potrete visitare il villaggio degli internazionali di tennis. Eccovi il menu Sailingchef preparato dagli chef del ristorante San Rocco:
Gazpacho di pomodorini con gelato al parmigiano stagionato e chips di melanzane vino Veralda Brut
Polipetto cotto al vapore e crema di finocchietto e arancia vino Degrassi moscato secco S.Pellegrin
Gnocchi ai canestrelli bianchi Spaghetto di Gragnano al pesto di agrumi di Sicilia vino Trapan Malvasia “Ponente” 2013
“Cappuccino“ di seppie e tartufo nero Polpettine di spada alle erbe selvatiche su crema di yogourt e zenzero vino Coronica Malvasia
Marmellata di frutta su crema di cioccolato bianco olio Istriano con croccante alle mandorle
Piccola millefoglie con vaniglia bourbon vino Cuj Spekula Moscato
Costo: 60 euro. mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Tel: +393451150132

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Parte da Trieste il tour di Rossopomodoro

Martedì 15 luglio, presso il RossoPomodoro di Trieste, riva Tommaso Gulli 8, dalle 18 alle ore 20, i maestri chef Antonio Sorrentino ed Enzo De Angelis prepareranno insieme ai partecipanti le ricette presentate al programma "Cotto e Mangiato" su Italia 1. Prende il via infatti da Trieste il tour che porterà gli chef e i loro prodotti in giro per l'Italia. Un tuffo nella cucina napoletana, alla scoperta di prodotti tipici come il pomodoro del Piennolo! Costo 25 euro comprensiva di lezione, degustazione, materiale di supporto.

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Raccogliere l'aglio di Resia

Sabato 12 e domenica 13 luglio a Oseacco di Resia raccolta dell’aglio a contatto con la natura, scoprendo le bellezze della Val Resia. L’accoglienza in azienda Fassal inizierà dalle 8.30 in località Croce Rossa strada per Stolvizza (lato destro). Si raggiungeranno poi i campi a piedi attraverso un sentiero in salita nel bosco di circa 15 minuti; qui il personale dell'azienda illustrerà qualità e tecniche di coltivazione dell’aglio e sarà possibile raccoglierlo direttamente e poi acquistarlo.
Prodotto agricolo tradizionale della Val Resia, l'aglio viene coltivato rispettando i saperi del passato, con tecniche tradizionali naturali per mantenere la preziosa e originale qualità. L'aglio di Resia, strok per i resiani, è una qualità dolce, priva dell'aroma acre delle varietà comuni. Le coltivazioni sono naturali, in piccoli appezzamenti, ha striature rossastre e si distingue dalle altre varietà per lo straordinario profilo aromatico, persistente ma non aggressivo e per l'alta digeribilità.
Dell'aglio vengono valorizzati derivati come i Fiori d'aglio di Resia (lo scapo fiorale della pianta) e il Battuto di Fiori d'aglio sott'olio. Domenica 13 luglio a partire dalle 11 degustazioni guidate con il tecnologo alimentare Giovanni Munisso e test sensoriali per conoscere e imparare ad annusare l’aglio di Resia, scoprendone affinità e differenze con gli altri tipi di aglio.
In caso di maltempo, la raccolta sarà rimandata al fine settimana successivo, il 19 e 20 luglio.

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Dribbling di sapori per un trio esotico

In questo piatto da gustare, anche appena tiepido, tra un gol e l'altro del campionato di calcio,  schieriamo sui lati del nostro carpaccio di Black Angus, supportato da orzo al pesto, una dadolata di pomodori cuore di bue e un chutney  di mango e ananas. Il trio vincente forma una squadra dai sapori variegati e dai colori accattivanti. Al centro il profumo del pesto si sposa perfettamente con la dolcezza dell'orzo e la tenerezza del manzo appena profumato da un filo d'olio d'oliva extra vergine. A destra controlla il campo la dadolata di pomodori cuore di bue, eccellenti per l'insalata con la loro polpa carnosa profumata da due gocce di aceto balsamico. A sinistra chiude la tripletta la salsa densa al mango con la nota acidula dall'ananas. Sarete imbattibili sulle vostre tavole.
INGREDIENTI PER 4 PERSONE:
200 g di carpaccio di Black Angus
150 g di orzo perlato
4 pomodori cuorw di bue
1 mango
4 fettine di ananas fresco
1 cucchiaio da cucina di olio extra vergine d'oliva
Sale marino grosso

PER IL PESTO:
1 mazzetto di basilico
15 g di pinoli
70 g di formaggio Parmigiano-Reggiano grattugiato
30 g di formaggio Pecorino sardo grattugiato
2 spicchi d'aglio
100 ml olio extra vergine d'oliva
Sale marino gosso q.b.

Per il CHUTNEY:
1 spicchio d'aglio
Un quarto di cipolla
1 mango maturo
2 cucchii di zucchero di canna
2 cucchiaini d'aceto di mele
Mezzo cucchiaino da caffè di curcuma
1 spolverata di cardamomo
1 cubetto di zenzero

Iniziate a peparare  il pesto, meglio se in un mortaio di marmo utilizzando un pestello di legno. Nell'ordine iniziate a tritare gli spicchi d'aglio ai quali aggiungerete le foglie pulite, ma non bagnate del basilico con un pizzico di sale. A questo punto unite al tutto i pinoli e a seguire i formaggi grattugiati e l'olio d'oliva.
Passate ora alla preparazione del chutney di mango e ananas.
Sbucciate il mango, tagliatelo a cubetti e lasciatelo riposare in frigorifero per almeno tre ore.
A parte tritate la cipolla, un cubetto di zenzero e uno spicchio d'aglio.
In un pentolino sciogliete due cucchiai di zucchero con i due cucchiaini di aceto di mele. Quando raggiungono il punto d'ebollizione unite il mango con il suo succo, gli aromi tritati e un mezzo cucchiaino da caffè di curcuma e la spolverata di cardamomo.
Aggiungete un po’ d’acqua fino a ricoprire il mango e cuocete a fuoco basso, senza dimenticare di mescolare regolarmente, sino a quando il tutto avrà la consistenza di una marmellata. Lasciate raffreddare.Aggiungete le quattro fettine d'ananas spezzettate in piccolissimi cubetti.
Il chutney sarà conservato in frigorifero e utilizzato all'occasione.

Nel frattempo lessate in abbondante acqua salata l'orzo.Una volta cotto e lasciato raffreddare, conditelo con il pesto. A parte pulite i pomodori cuore di bue, tagliateli in piccoli cubetti e insaporiteli con un po' d'aceto balsamico e una spruzzata d'olio d'oliva extra vergine.
Preparate il piatto: al centro l'orzo al pesto, incoronato da tre fettine di carpaccio e ai lati la daddolata di pomodori e il chutney esotico.
Servire e gustare con calma dribblando tra un sapore e l'altro.

 

 

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A Quirino Principe il premio Casanova 2014

A Quirino Principe il Premio Giacomo Casanova 2014. In una magica ed elegante serata dedicata alla musica, il  Castello di Spessa di Capriva del Friuli ha fatto da cornice  al Premio Giacomo Casanova e all’applaudita prima del “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare con musiche di Felix Mendelssohn-Bartholdy, che ha fatto da preludio alla premiazione. Vincitore è stato proclamato Quirino Principe, goriziano, musicologo e critico musicale di fama internazionale. Docente universitario, autore di importanti monografie (fra cui quelle dedicate a Richard Wagner, Richard Strauss e Gustav Mahler), raffinatissimo traduttore (non solo di numerosissimi libretti d’opera, cantate, Lieder e melòloghi, ma anche de Il Signore degli Anelli di Tolkien), Quirino Principe è personaggio di cultura poliedrica, una voce originalissima, indipendente e fuori dal coro nel panorama della cultura europea. A premiarlo è stato il presidente del Consiglio Regionale Franco Iacop, con il proprietario del Castello Loretto Pali e il vicepresidente della Banca Popolare di Cividale Adriano Luci. Nato nel 2003, il Premio Casanova è un riconoscimento ai grandi protagonisti della cultura italiana e, negli anni scorsi, è stato dedicato  alla letteratura, al cinema, alla lirica. Ideato dall’Associazione culturale Amici di Giacomo Casanova, è stato  sostenuto fin dalla sua prima edizione da PaliWines e dalla Banca Popolare di Cividale, realtà  impegnate a valorizzare il Friuli Venezia Giulia con iniziative di respiro nazionale. Giacomo Casanova soggiornò nel 1773 nel maniero di Spessa e ne apprezzò grandemente i vini, definendoli di “qualità eccellente”: in ricordo di ciò, gli è stato dedicato uno dei grandi vini prodotti oggi dalla cantina del castello, un importante Pinot Nero. E proprio con una magnum di Pinot Nero Casanova è stato simbolicamente premiato Quirino Principe.  Per il terzo anno consecutivo, in occasione del Premio, il Castello di Spessa ha fatto da cornice ad una prima del Piccolo FestivalFVG: applausi convinti sono andati al “Sogno di una notte di mezza estate”, brillantemente introdotto da Rino Alessi. Si è trattato di un’inedita prova attoriale con Maria Sole Mansutti e Luciano Roman - entrambi attori friulani conosciuti per la loro presenza sullo schermo televisivo e cinematografico - che hanno ricreato la magica atmosfera della commedia shakespeariana con le musiche di Felix Mendelssohn-Bartholdy interpretate dall‘Orchestra dell’Accademia Musicale di Schio (Vicenza), dal Piccolo Coro Artemia di Torviscosa diretto dal M° Denis Monte, dal soprano Yasko Fujii, dal mezzosoprano Cecilia Bernini, tutti sotto la guida della bacchetta del M° Eddi De Nadai.  In omaggio al Collio ed ai suoi vini, la serata è stata intervallata da una brillante e piacevole Conversazione enoica: moderata da una delle principali firme del giornalismo enologico italiano Daniele Cernilli, vi hanno preso parte il  corrispondente della prestigiosa rivista Decanter Richard Baudeins, Marco Simonit fondatore dei Preparatori d’Uva e della Scuola Italiana di Potatura della Vite e l'enologo Gianni Menotti.

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Finger food al modo di Montersino

http://ventunsettembre.com/2014/07/07/freschezza-estiva-di-montersino/ La porposta di Cristina Rojaz oggi è davvero seducente e irresistibile: "Delicati, freschi, sicuramente questi finger food li avrete visti in tantissimi blog, la ricetta è quella di Luca Montersino, dal libro ‘Piccola pasticceria salata’. Mentre sto scrivendo mi viene voglia di lanciarmi in qualche variante cambiando ad esempio la panna cotta al tonno con un altro tipo (sempre salato o perchè no, sfruttare l’idea per un dessert, con una frolla e una panna cotta dolci e una gelée alla frutta). Sono piccoli, deliziosi, il classico ‘uno tira l’altro’ ma attezione, non sono leggerissimi, non preparatene troppi altrimenti rischierete che i vostri ospiti dopo lo stuzzichino iniziale siano già sazi. Chi non amasse la pasta frolla salata (ovviamente contenente una buona dose di burro) potrebbe sostituire la base con del pane in cassetta tostato. Io ho fatto entrambe le versioni. Personalmente ho preferito quella con il pane, ma è solo una questione di gusti personali.
Li potete preparare in anticipo e conservarli in freezer (fino a due mesi). Per circa 25 pezzi occorrono: 400 gr di pasta frolla salata oppure di pane in cassetta
Per la panna cotta al tonno:
280 gr di panna, 100 gr di burro, 160 gr di tonno sott’olio, 13 gr di Martini dry, 6 gr di colla di pesce, in fogli o in polvere, sale e pepe a piacere

Per la gelée di pomodoro: 300 gr di pomodori freschi, 6 gr di colla di pesce, in fogli o in polvere, 15 gr di olio extra vergine d’oliva, origano secco, sale e pepe a piacere
Per la finitura: un cucchiaio scarso di maionese
Indispensabili degli stampini in silicone. Io ho utilizzato quelli da mini muffin e le mezze sfere della Silikormat.

Preparazione della panna cotta
In un pentolino mettete sul fuoco la panna, il burro e il tonno (sgocciolato), mescolate e portate alle temperatura di 85°C. Togliete quindi dal fuoco e frullate il composto con un mixer a immersione.
Filtrate con un colino (chinoise) e quindi aggiungete il martini dry e regolate di sale e pepe.
Incorporate ora la gelatina (se usate quella in fogli deve essere ben strizzata).
Versate ora negli stampini in silicone. Io, come vi ho scritto, ho usato quelli da mini muffin riempiendoli solo in parte, ne estistono tantissimi, di forme diverse. Sbizzarritevi perchè anche l’occhio vuole la sua parte!
Lasciate raffreddare e trasferite poi nel freezer.
Preparazione della gelée di pomodori
La ricetta di Montersino prevede l’utilizzo di pomodori cuor di bue, da pelare, a cui vanno eliminati i semi. Io ho usato pomodirini ciliegino. Non li ho pelati, li ho frullati e aromatizzati con sale, pepe e origano. Ottenuta questa polpa si incorpora la gelatina (colla di pesce) precedentemente ammollata e strizzata. Si porta il tutto a leggero bollore, si aggiunge l’olio, si mescola accuratamente con una frusta e si versa negli stampini a semi sfera. Una volta raffreddato si ripone in congelatore.
Con un mattarello tirate la pasta frolla fino a uno spessore di circa 3-4 mm.
Bucherellatela con una forchetta e con l’aiuto di un coppapasta (verificate che il diametro sia di qualche millimetro più grande rispetto allo stampino usato per la panna cotta)
Infornate a 160°C per circa una decina di minuti, lasciate quindi raffreddare completamente.
In alternativa prendete delle fette di pane in cassetta e con il coppa pasta ricavate dei dischi da infornare per qualche minuto a 150°C con forno ventilato, oppure 160 statico, il tempo di renderli croccanti ma non asciugarli troppo. Adagiate sopra a ogni dischetto la panna cotta, al centro formate uno spuntoncino di maionese che servirà a far aderire la gelée al pomodoro. Lasciate a temperatura ambiente circa mezz’ora prima di servire".

Tutte le foto dei passaggi le trovate sul sito www.ventunsettembre.com

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